Il comparto musicale in Piemonte
dal 2020 ha già perso 20 milioni di euro. E' la stima che viene
dall'analisi del critico musicale ed esperto di industria
discografica Maurizio Scandurra
"La pandemia rischia di annientare il comparto musicale in
Piemonte - spiega - Il Covid-19 ha decimato ampia parte dei
lavoratori dello spettacolo, tra artisti minori e operatori del
backstage. Ovvero cantanti da pianobar, dj, cabarettisti,
orchestre di liscio, cover band e gruppi dilettantistici che non
godono di cachet importanti, rendite Siae e patrimonializzazioni
come i grandi nomi della canzone".
Secondo il critico musicale, "almeno il 30% di loro non
tornerà più sui palcoscenici, incluso un indotto notevole fatto
di musicisti, tecnici e facchini che poteva contare, in tempi
normali, su un turn-over efficace di serate nei locali, sagre,
fiere e feste di piazza. Inoltre - prosegue - La crisi economica
che ha investito duramente le pmi piemontesi ha altresì quasi
azzerato l'opportunità per la maggior parte di esse di poter
investire sul territorio a titolo di sponsors in eventi
culturali pubblici e privati, riducendo l'offerta culturale per
quando si potrà ripartire".
Idem per "le sale d'incisione che, già provate dalle
audiotecnologie domestiche fai-da-te, stante l'impossibilità per
gli artisti di esibirsi dal vivo, si sono viste tagliare
nettamente le registrazioni di nuovi dischi".
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