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Fase 2: orafi protestano, esclusi dal Bonus Piemonte

Fase 2

Fase 2: orafi protestano, esclusi dal Bonus Piemonte

Oltre 400 aziende a Torino, molte rischiano di non riaprire

TORINO, 19 maggio 2020, 12:07

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Siamo preoccupati, la ripartenza non è facile. Il nostro settore è uno dei pochi esclusi dal Bonus Piemonte nonostante le difficoltà". E' la lamentela dei gioiellieri dell'Associazione Orafa Torinese legata ad Ascom Confcommercio Torino e Provincia.
    Il settore, all'ombra della Mole, comprende oltre 400 aziende, 1.000 addetti. Sono piccole aziende familiari che offrono le eccellenze del Made in Italy e rischiano di non poter più riaprire con conseguenti pesanti ricadute anche per i loro collaboratori e dipendenti. Questo non solo per il drastico calo di vendite, a oggi completamente azzerate, ma per l'impossibilità di riuscire a far fronte agli impegni economici con i fornitori, anche per il considerevole aumento del prezzo del metallo giallo registrato in queste ultime settimane che ha superato la soglia dei 50 euro al grammo per il fino. Il calo di vendite per il 2020 è una certezza, considerando che oltre il 56% delle imprese segnala un peggioramento dei ricavi negli ultimi due anni rispetto al biennio precedente. Solo in questi mesi sono state perse importanti occasioni di vendita come battesimi, comunioni e nozze.
    "Sono preoccupata, molti orafi potrebbero non riaprire. Sono piccoli imprenditori, attività a carattere familiare e veniamo già da anni di netto calo dei consumi, cambiamenti dei comportamenti di acquisto dei consumatori e concorrenza sleale da parte dei colossi dell'online. La pandemia, se non saremo aiutati come tutte le altre categorie del commercio, potrebbe rivelarsi un ulteriore mazzata per il nostro settore con conseguente perdita di posti di lavoro e dispersione di specializzazione, competenza ed eccellenza artigiana", spiega Enrica Vinesia, presidente dell'Associazione Orafi Torinese.
   
   

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