"Siamo preoccupati, la ripartenza
non è facile. Il nostro settore è uno dei pochi esclusi dal
Bonus Piemonte nonostante le difficoltà". E' la lamentela dei
gioiellieri dell'Associazione Orafa Torinese legata ad Ascom
Confcommercio Torino e Provincia.
Il settore, all'ombra della Mole, comprende oltre 400
aziende, 1.000 addetti. Sono piccole aziende familiari che
offrono le eccellenze del Made in Italy e rischiano di non poter
più riaprire con conseguenti pesanti ricadute anche per i loro
collaboratori e dipendenti. Questo non solo per il drastico calo
di vendite, a oggi completamente azzerate, ma per
l'impossibilità di riuscire a far fronte agli impegni economici
con i fornitori, anche per il considerevole aumento del prezzo
del metallo giallo registrato in queste ultime settimane che ha
superato la soglia dei 50 euro al grammo per il fino. Il calo di
vendite per il 2020 è una certezza, considerando che oltre il
56% delle imprese segnala un peggioramento dei ricavi negli
ultimi due anni rispetto al biennio precedente. Solo in questi
mesi sono state perse importanti occasioni di vendita come
battesimi, comunioni e nozze.
"Sono preoccupata, molti orafi potrebbero non riaprire. Sono
piccoli imprenditori, attività a carattere familiare e veniamo
già da anni di netto calo dei consumi, cambiamenti dei
comportamenti di acquisto dei consumatori e concorrenza sleale
da parte dei colossi dell'online. La pandemia, se non saremo
aiutati come tutte le altre categorie del commercio, potrebbe
rivelarsi un ulteriore mazzata per il nostro settore con
conseguente perdita di posti di lavoro e dispersione di
specializzazione, competenza ed eccellenza artigiana", spiega
Enrica Vinesia, presidente dell'Associazione Orafi Torinese.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA