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Rientrati da India: Bruno, ho sofferto ma avevo fiducia

Rientrati da India

Rientrati da India: Bruno, ho sofferto ma avevo fiducia

Prima notte a casa per Tomaso. Un pensiero anche ai marò

ALBENGA (SAVONA), 01 febbraio 2015, 12:55

Redazione ANSA

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India: italiani scarcerati arrivati a Milano Malpensa - RIPRODUZIONE RISERVATA

India: italiani scarcerati arrivati a Milano Malpensa - RIPRODUZIONE RISERVATA
India: italiani scarcerati arrivati a Milano Malpensa - RIPRODUZIONE RISERVATA

Prima notte a casa per Tomaso Bruno, il ragazzo di Albenga detenuto per cinque anni in India e rilasciato nei giorni scorsi con l'amica Elisabetta Boncompagni. Subito una parola per i marò: "Spero che anche la loro complessa vicenda si possa risolvere presto".
    Fino all'alba ha festeggiato con gli amici e la famiglia nella casa di via Trieste, a pochi passi dal centro storico di Albenga. "Svegliarsi nel letto della mia camera di casa è stata una sensazione stranissima: finalmente ho dormito su un materasso e circondato dall'affetto della mia famiglia e degli amici che hanno dormito qui".
    Tomaso racconta la sua esperienza nel penitenziario di Varanasi: "Il letto erano delle coperte buttate per terra. Mi alzavo alle 5, facevo conversazione e giocavo a cricket con gli altri detenuti. Con Elisabetta mi incontravo solo il sabato e non abbiamo mai avuto altri contatti durante la settimana". Tomaso era in una cella grande: "in realtà era una grande camerata dove vivevo insieme ad altri 130 detenuti: c'erano rapinatori, assassini, ladri, truffatori. Mi hanno rispettato tutti come io rispettavo loro. Ho sofferto tantissimo, ma sapevo che alla fine la verità sarebbe venuta a galla. Ora vivo davvero da uomo libero". Tommy tornerà in India. "Tutto sommato - dice - laggiù ho lasciato anche delle persone a me care: l'ambasciatore Mancini arriverà in Italia, ma in India ci sono Zolli e i collaboratori del Centro risorse indiane persone a me tanto care". Tommy ha imparato l'hindi. "Una lingua difficile e complessa, ma ho imparato a comunicare quanto bastava per farmi capire dagli altri detenuti e dalle altre guardie carcerarie".
   
   

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