"I dati generati dall'umanità sono un patrimonio ricco e rinnovabile, un capitale nuovo che si può adoperare per creare un welfare digitale": lo ha detto Maurizio Ferraris, professore di filosofia teoretica all'Università di Torino, nel corso dell'audizione al Comitato di Vigilanza sull'attività di Documentazione sul tema dell'intelligenza artificiale della Camera dei Deputati.
"Adesso l'umanità genera dati, abbiamo informazioni sul comportamento umano più dense di quelle che arrivano dalla finanza o dal denaro e che aiutano a capire i bisogni e le necessità. E' un patrimonio sotto utilizzato e al momento polarizzato da due forze, Stati Uniti e Cina, abbiamo gli strumenti per trasformare il negativo in positivo e creare un welfare digitale", ha aggiunto Ferraris facendo l'esempio di un progetto messo in piedi dall'Università di Torino, dal Politecnico di Torino insieme ad una banca di credito cooperativo per capitalizzare i dati dei correntisti e "generare denaro che si può redistribuire per soddisfare i bisogni sul territorio".
Riguardo a ChatGpt, il popolare software di Intelligenza artificiale, Ferraris ha osservato che "solo un gruppo umano può seriamente desiderare il potere, le macchine non hanno niente di questo"; mentre sui pericoli che l'AI può portare al mondo del lavoro e della creatività, il filosofo ha affermato che sarebbe utile creare sempre di più "forme di intermediari umani tra macchine e utente" e passare "dall'homo faber all'homo valens", produttore non più di beni ma di valori, "cosa che decidono solo gli umani". "La creatività è un bene raro - ha poi concluso Ferraris - Se l'uomo è veramente creativo non deve avere paura dell'Intelligenza artificiale".
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