"La rete di
videosorveglianza in Molise resta ferma al palo malgrado
l'operatività delle 419 telecamere fisse, dislocate in 11 Comuni
della regione, fosse prevista per il 30 aprile del 2018. Un
ritardo di oltre quattro anni, complici le innumerevoli
proroghe". È quanto denuncia il consigliere regionale del
Movimento 5 Stelle Angelo Primiani che sulla questione ha
presentato un esposto alla Corte dei Conti insieme ad altri due
consiglieri regionali del Movimento, Andrea Greco e Fabio De
Chirico.
"Finora - aggiunge - la somma impegnata è di 1.453.733,44
euro, pari al 90% dell'importo totale (1.618.708,20). Il
risultato è che il 'Patto per la sicurezza', lanciato dal
governo nazionale nel 2014 e approvato con delibera di giunta
regionale nel 2015, resta una chimera".
Primiani ricorda che nell'aprile scorso lui stesso sollevò la
questione in Consiglio regionale, "ma, da allora, nulla è stato
fatto affinché il nuovo impianto entrasse in funzione. Nel
frattempo, sul territorio - osserva l'esponente dell'opposizione
- si registra un'escalation di furti nelle abitazioni che
allarmano la popolazione e le forze dell'ordine".
I lavori per l'istituzione di un servizio di
videosorveglianza integrato, obiettivo dei finanziamenti
nazionali, sono stati appaltati ad un raggruppamento temporaneo
di imprese (Siemens Spa, Selecom Srl). Ma sin dalle prime
battute, sono emerse numerose criticità. "Sembrerebbe carente -
ricostruisce Primiani - proprio la ricezione centralizzata dei
dati provenienti dalla rete backbone, anche a causa di una
scarsa connettività e delle specifiche tecniche dei video. Il
progetto prevedeva, inoltre, il collegamento di tutti gli
impianti con il Centro elettronico nazionale della Polizia di
Stato di Napoli, di cui non vi è traccia. Le telecamere
installate, poi, sarebbero difficili da reperire sul mercato
italiano ed europeo e questo aggiungerebbe ulteriori difficoltà
in fase di manutenzione".
Con l'esposto alla Corte dei Conti i consiglieri 5 Stelle
chiedono ai magistrati contabili "di constatare se esista una
potenziale violazione dei principi di imparzialità, economicità,
efficacia, correttezza e libera concorrenza".
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