"Sulla vicenda della Cattolica
occorre una presa di posizione forte e autorevole: e a farlo
devono essere gli arbitri, i detentori del potere di
programmazione e accreditamento, non certo i potenziali
concorrenti". Così Candido Paglione, sindaco di Capracotta
(Isernia) e presidente di Uncem Molise (Unione dei Comuni e
delle Comunità montane), interviene sulla questione della
possibile vendita del 'Gemelli Molise'. "Sembra - aggiunge il
primo cittadino - la storia di Totò che voleva vendersi la
Fontana di Trevi. Ed è comprensibile il malcontento dei
molisani. Si tratta di una istituzione che è stata finanziata
interamente con risorse pubbliche proprio perché concorresse,
insieme agli ospedali pubblici, all'erogazione di prestazioni di
alta qualità per il Molise e le regioni limitrofe.
La messa in vendita delle attività sanitarie e della sede o
anche il suo affitto ad altri privati, senza un necessario
passaggio per la Regione e i ministeri della Salute e
dell'Economia è fuori da ogni logica di buon senso. E' giusto,
quindi, che la Regione, la struttura Commissariale e i ministeri
citati facciano valere le loro ragioni in tutte le sedi, anche
alla luce della posizione, inequivocabile, espressa domenica da
Papa Francesco".
Paglione infine conclude: "Se dovesse permanere la volontà
della Cattolica di cessare la sua attività sanitaria, la Regione
Molise ha il dovere di esercitare la responsabilità di costruire
un futuro per la stessa, prima di tutto rilevando il possesso
della struttura e delle tecnologie pagate dal pubblico per
trasferire eventualmente in quella sede le attività del
Cardarelli, considerato inidoneo e non a norma, possibilmente
integrandole e salvaguardando i livelli occupazionali".
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