In sanità è facile risparmiare.
Basta non dare servizi. Abbiamo visto l'esempio della Calabria,
definita regione virtuosa per il pareggio di bilancio, ma in
occasione del Covid ha dovuto chiedere aiuti nazionali per
carenza di servizi in quanto non aveva speso i soldi necessari
per mantenere il settore sanitario.
Lo sanno bene i burocrati del tavolo tecnico a cui
occorrerebbe un TSO perchè da 10 anni stanno martoriando la
sanità del mezzogiorno, e in quindi anche del Molise, attraverso
l'assurdità di un calcolo del disavanzo del fondo sanitario
pieno di contraddizioni e con provvedimenti incostituzionali che
si riflettono sulla salute delle persone.
Mi spiego.
Il fondo sanitario per il Molise, che è assegnato in quota
pro capite per cui al Molise vanno gli stessi soldi che vanno ad
un quartiere di Roma, è chiaramente sottostimato. Infatti non è
adeguato a mantenere gli standard ottimali volti a garantire la
cura della salute dei cittadini di ogni singola abitazione. Non
di un quartiere ma dell'intero territorio regionale.
Questa sottostima dipende dal fatto che tale fondo non è
trasferito al Molise per intero ma, ogni anno, lo Stato
trattiene una quota di 15 milioni per penalizzare chi non
raggiunge alcuni obiettivi. Questi 15 milioni annui, poi,
vengono ritrasferiti al Molise sotto forma di premialità pur
essendo soldi che già dovevano andare alla nostra regione.
Inoltre in questo Stato ubriaco di contraddizioni e di leggi
che si sovrappongono, abbiamo assistito anche ad un fenomeno
particolare che sintetizzo: se tu regione non rispetti alcuni
standard sei costretto al "blocco del turn over a zero". Cioè
non puoi assumere.
Gli standard di cui si parla, però, non esistono perché il
governo nazionale, in occasione del federalismo fiscale, avrebbe
dovuto stabilire i costi standard dei servizi pubblici in tutte
le regioni. Ma non è mai stato fatto. Nessun governo negli
ultimi 20 anni è riuscito a realizzare un provvedimento che
fosse uguale in tutta Italia trasformando in "virtuosi" i ricchi
e in "canaglie" i poveri. Infatti queste anomalie, insieme a
tanti altri esempi, hanno fatto sì che queste norme dei
burocrati valessero per tutte le regioni in piani di rientro,
che poi erano tutte regioni del sud.
Così, mentre dovrebbero essere nulle tutte le limitazioni
che si basano sul mancato raggiungimento dei parametri
inesistenti, il tavolo tecnico riduce il riparto del Fondo
Sanitario, penalizza la sanità molisana che, non riuscendo a
raggiungere quegli standard che nessuna legge italiana ha
stabilito, non ha potuto assumere personale perché costretti al
"blocco del turn over a zero".
Da qui l'ipotesi di reato.
Perché nei servizi pubblici come sanità, trasporti e scuola,
la legge prevede le "figure infungibili" cioè professionisti che
non possono e non devono mancare. Così se in un reparto viene
meno un medico, questo per legge deve essere rimpiazzato per
garantire la prosecuzione del servizio pubblico. Il blocco del
turn over tanto è illegale in sanità che non è stabilito dalla
legge, ma solo dalle norme dettate dai burocrati del tavolo
tecnico che dovrebbero andare sotto processo e spiegare ad un
giudice come si può far morire un cittadino per mancanza di un
intervento chirurgico dovuto all'assenza del servizio causato, a
sua volta, dalle restrizioni applicate al Molise a causa della
mancata restituzione di contributi non restituiti allo Stato
,che li aveva sospesi, dopo un famoso terremoto.
Mi piacerebbe capire come fanno i miei "detrattori di
sempre" ad utilizzare in maniera ossessiva il termine disavanzo
senza sapere però di cosa parlano, e a non porsi domande sulle
morti dei molisani dovute all'assenza di servizi, grazie alle
imposizioni del tavolo tecnico, che sono sotto gli occhi di
tutti.
Delitti su cui la magistratura dovrebbe iniziare ad
occuparsi.
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