"Torno a querelare il
Governatore aggiungendo alle numerose denunce depositate, oggi
tutte aperte, le sue affermazioni odierne. Ma sulla vicenda
pubblicherò un libro".
Così, in una nota, il direttore di Telemolise, Manuela
Petescia, assolta dai giudici di Bari con formula piena, insieme
al pm Fabio Papa, dopo le denunce del presidente della Regione
Molise, Paolo di Laura Frattura, intervenendo in merito alle
dichiarazioni di Frattura rese nell'ambito della discussione sul
documento di sfiducia nei suoi confronti, che aveva alla base
proprio la vicenda che riguarda Frattura, Petescia e Papa.
"Prendo atto che il Presidente Frattura, per difendersi da
una mozione di sfiducia portata all'attenzione dell'Aula sulla
base della nota vicenda di Bari, vicenda in cui aveva accusato
due persone innocenti di gravissimi reati e che si è conclusa
con la loro assoluzione piena e la sua consequenziale iscrizione
nel registro degli indagati per calunnia, ha ribadito gli stessi
argomenti del passato", scrive Petescia nella nota.
"Per Frattura, dunque, e per il suo codazzo di sostenitori -
aggiunge il direttore di Telemolise - non è successo niente. A
Bari non si è celebrato nessun processo, durato 3 anni, con un
Pm, un Gup, una decina di avvocati, né è stata emessa alcuna
sentenza con le sue motivazioni. Motivazioni chiarissime.
Frattura è tornato a ribadire, e quindi la sottoscritta tornerà
a denunciare - prosegue Petescia - che gli sarebbero stati
chiesti i soldi, dunque che lui ha fatto bene a denunciare".
"Come se non fosse successo niente, insomma - puntualizza
Petescia - Frattura ha ribadito le sue affermazioni gravissime
facendo finta di ignorare la sentenza emessa da un giudice dello
Stato, e anzi tentando perfino di piegare le frasi del giudice
di Bari alle sue false dichiarazioni, smentite punto per punto
dalla sentenza di assoluzione e dalle relative motivazioni, a
partire dall'esistenza di una fantomatica associazione a
delinquere dedita ad attività estorsive, di cui avrei fatto
parte, per finire alla famosa cena del ricatto di cui non solo
non esiste traccia alcuna, ma, come sottolinea il giudice con
inconfondibile chiarezza, esistono prove precisamente
contrarie".
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