"Aumento della competitività e una
riorganizzazione della governance con processi più trasparenti".
Sono i principali vantaggi della quotazione di minibond
riscontrati dall'azienda marchigiana Terre Cortesi Moncaro, che
nel 2015 ha emesso un prestito obbligazionario da 5 milioni di
euro, con scadenza nel 2020, sul segmento ExtraMot Pro di Borsa
Italiana. A spiegarlo è il presidente della società cooperativa,
Doriano Marchetti, che guarda al nuovo segmento ExtraMot Pro3,
lanciato quest'anno e dedicato alle emissioni di obbligazioni o
titoli di debito da parte di società non quotate su mercati
regolamentati. La scelta dell'azienda di emettere un minibond
era stata dettata dal bisogno di reperire forme di finanziamento
alternative al credito bancario che "stava vivendo un momento di
criticità nella nostra Regione", spiega Marchetti: l'azienda
veniva "da un processo di crescita significativo, dato che
eravamo reduci da una ristrutturazione dei siti produttivi fatta
a seguito della fusione con altre cantine". Questo "aveva
comportato degli investimenti importanti e, in concomitanza con
una situazione di crisi del settore bancario, dovevamo cercare
forme alternative di finanziamento, quindi, ci siamo avvicinati
a questo segmento alternativo che ci ha consentito di
riequilibrare anche la nostra struttura finanziaria". Fondata
nel 1964, Terre Cortesi Moncaro è oggi il più grande produttore
di vino delle Marche, con più di 1.400 ettari di vigneti, le tre
cantine di Montecarotto (An), Acquaviva Picena (Ap), Camerano
(An) e un fatturato di circa 24 milioni di euro all'anno, la
metà circa realizzata all'estero. Moncaro, inoltre, utilizza
"energia rinnovabile per oltre la metà della sua domanda, grazie
a uno sforzo quotidiano in innovazione e ricerca", spiega
l'azienda vinicola, che nel 1980 è stata la prima a sperimentare
la coltivazione biologica dell'uva.
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