Riduzione dei tempi delle varianti
urbanistiche ordinarie "da un anno e mezzo a 5-6 mesi" in
particolare con l'introduzione della Conferenza
inter-istituzionale e di valutazione (CeVi) che mette subito
attorno allo stesso tavolo Comune, Provincia, Regione e
sovrintendenza, per "defatigare i procedimento burocratici";
territori "messi obbligatoriamente in movimento" per procedere
ai piani urbanistici con tempi scadenzati e il supporto della
Regione; "minor consumo di suolo possibile, compensato da opere
di mitigazione"; "sostegno alla rigenerazione urbana" per
"abbellire ed efficientare l'esistente". Questi alcui obiettivi
della nuova legge urbanistica regionale varata ieri, ribaditi in
conferenza stampa dal presidente della Regione Francesco
Acquaroli, dall'assessore all'Urbanistica Stefano Aguzzi (Forza
Italia), dal relatore di maggioranza Andrea Assenti (Fratelli
d'Italia) e dal presidente della Commissione consiliare Governo
del territorio Luca Serfilippi. Sono intervenuti anche
l'architetto Nardo Goffi, direttore del Dipartimento
Infrastrutture, Territorio e Protezione civile, e l'architetto
Maria Cristina Borocci, dirigente Settore Urbanistica.
Oltre alle caratteristiche del provvedimento di riforma,
formato da 36 articoli, che arriva a 31 anni dalla precedente
legge urbanistica, i presenti hanno sottolineato come la legge
sia stata predisposta "ascoltando tutti gli interessati" (dai
Comuni alle associazioni fino ai Parchi e gli altri enti) e
"condivisa con tutti". "Oltre 50 emendamenti approvati in aula,
di cui una ventina dell'opposizione, e 30 in Commissione - ha
rimarcato Serfillippi - significa che è una legge partecipata da
tutti. Il Crel ha dato parere favorevole seppure con condizioni
mentre all'interno del Cal, che non si è espresso, 17 enti su 24
erano a favore". "Non era più possibile attendere - ha detto
Acquaroli - Era tempo che la Regione di dotasse di un nuovo
strumento normativo al passo con i tempi".
Nelle cinque sedute dedicate alla discussione della legge
sono stati discussi circa 400 emendamenti, di cui una
cinquantina approvati. Secondo Aguzzi si tratta di una "legge
all'avanguardia inedita e innovativa, aperta alle esigenze dei
territori e dei Comuni". "Si apre una nuova fase - ha fatto eco
Acquaroli - che saprà dare le giuste risposte e soprattutto
saprà valorizzare un percorso comune. Ciò comporterà un periodo
transitorio previsto dalla legge. Un termine che non è ampio se
consideriamo la pressione lavorativa a cui sono sottoposti gli
uffici tecnici degli enti territoriali. Certo - ha continuato -
non si può pensare di scrivere sin da subito la legge perfetta,
soprattutto su una materia complessa come quella urbanistica ma
siamo assolutamente a disposizione, qualora potrà essere
necessario, ad applicare delle modifiche all'articolato. Credo
che questo sia sinonimo di intelligenza e di volontà di sapersi
mettere umilmente a disposizione di quelle che sono le sfide
complicatissime come il governo del territorio".
"Ritengo - ha aggiunto Acquaroli - che sia giusto dare alle
Marche dopo oltre 30 anni un nuovo strumento che possa essere in
grado di portare la nostra regione a vivere le sfide future con
certezza, coerenza e rispetto per la vocazione dei nostri
territori, che sono il più grande patrimonio di cui noi
disponiamo e vorremmo lasciarlo nella migliore condizione
possibile a chi verrà dopo di noi, evitando ulteriori
danneggiamenti e errori di cui ancora oggi vediamo gli effetti".
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