Nei primi tre mesi di quest'anno,
per prevenire il fenomeno delle frodi fiscali compiute
attraverso imprese "apri e chiudi", la Guardia di finanza di
Pesaro ha individuato e chiesto la chiusura di 41 attività
economiche inattive o dormienti. I finanzieri del Comando
Provinciale di Pesaro hanno sollecitato all'Agenzia delle
Entrate-Direzione provinciale di Pesaro Urbino, lo stop a
partite Iva risultanti non attive, in particolare nel settore
del Tessile Abbigliamento, per tutelare gli operatori economici
operanti nell'omonimo distretto industriale da fenomeni illeciti
posti in essere con il sistema fraudolento.
Le Fiamme gialle hanno eseguito specifici interventi di
natura fiscale e accertamenti di polizia economico-finanziaria
(sopralluoghi presso le sedi legali e i luoghi di esercizio
dichiarati, incrocio di informazioni contenute nelle banche dati
in uso al Corpo e la fatturazione elettronica), riscontrando una
serie di partite Iva in sonno. All'esito degli accertamenti
svolti, essendo stata constatata l'inesistenza di qualsiasi
attività economica nelle ultime annualità e in alcuni casi anche
l'irreperibilità del titolare dell'attività economica, sono
state avanzate apposite istanze all'Agenzia Entrate per avviare
la procedura d'ufficio di chiusura delle partite IVA a rischio
(ai sensi dell'art. 35, comma 15-bis e 15-bis.1 del DPR 26
ottobre 1972, n. 633).
I controlli effettuati, spiega la Guardia di Finanza,
"rappresentano un'azione di prevenzione all'evasione e alle
frodi fiscali: il servizio, infatti, è finalizzato a scongiurare
il potenziale utilizzo di partite Iva inattive per finalità
illecite, quali l'emissione di fatture per operazioni
inesistenti, il trasferimento di proventi all'estero e/o il
mancato pagamenti di imposte e contributi.
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