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Curò l'otite con l'omeopatia, confermata condanna per omicidio colposo

Curò l'otite con l'omeopatia, confermata condanna per omicidio colposo

Il medico causò la morte di un bambino di 7 anni nel 2017

ANCONA, 28 marzo 2024, 20:18

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Il medico omeopata Massimiliano Mecozzi è stato condannato per omicidio colposo anche in appello ad Ancona, in relazione alla morte nel 2017 di un piccolo paziente, Francesco Bonifazi, 7 anni, originario di Cagli, ucciso da un'otite degenerata in encefalite, curata con rimedi omeopatici.
    I giudici di secondo grado (presiedeva Antonella Di Carlo) hanno confermato oggi i tre anni di pena per il medico 62enne, di Pesaro, e l'interruzione per cinque anni dai pubblici uffici (quando la sentenza passerà in giudicato). Secondo l'accusa Mecozzi (non ha mai preso parte fisicamente al processo) è responsabile della morte del bambino, curato inizialmente con i soli rimedi omeopatici: il bambino arrivò in gravissime condizioni all'ospedale Salesi di Ancona. Rimase tre giorni in agonia, poi morì il 27 maggio 2017. A novembre 2022 c'era stata la condanna di primo grado per Mecozzi, al Tribunale di Ancona, appellata poi dalla sua difesa, l'avvocato Fabio Palazzo.
    Si era paventato un rischio prescrizione a novembre 2024, ma ci saranno invece tutti i tempi anche per un eventuale ricorso in Cassazione se l'omeopata vorrà ricorrere. Oggi in Corte d'appello ad Ancona c'era il nonno materno di Francesco, Maurizio Olivieri, parte civile insieme allo zio paterno del bambino, rappresentati dall'avvocato Federica Mancinelli. Parte civile anche l'Unione consumatori rappresentata dall'avvocato Corrado Canafoglia. "La condanna in appello è importante - commenta Canafoglia - perché conferma che di fronte alla malattia bisogna ricorrere alla medicina tradizionale.
    L'omeopatia non è medicina, sono trattamenti consentiti nei primi tre giorni poi i protocolli sanitari prevedono la prescrizione degli antibiotici".
    Oltre all'omeopata erano finiti a processo anche i genitori del bambino, Maristella Olivieri e Marco Bonifazi, condannati nel 2019, in primo grado, in abbreviato, a tre mesi di reclusione (pena sospesa). Furono ritenuti responsabili di negligenza e imprudenza nei confronti del figlio, perché avevano seguito in buona fede i consigli di Mecozzi a cui si erano rivolti anche in passato per altre cure alternative alla medicina tradizionale.
   

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