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8 marzo: Pd, ricorrenza sia occasione garantire salute donne

8 marzo: Pd, ricorrenza sia occasione garantire salute donne

Consigliere dem Marche avviare campagna screening seno gratuiti

ANCONA, 07 marzo 2023, 16:03

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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   "Avviare al più presto la campagna di prevenzione con gli screening senologici gratuiti e recuperare i ritardi sulle liste di attesa". E' il messaggio che le consigliere regionali Marche del Pd Anna Casini, Micaela Vitri e Manuela Bora lanciano in occasione della Giornata internazionale della Donna. Un messaggio "molto concreto" che si traduce "in una serie di atti portati in discussione in Assemblea".
    Tra le situazioni più gravi denunciate dalle consigliere dem il "blocco da metà dicembre dello screening oncologico della mammella e collo dell'utero in tutta la regione, causato dal cambio del software applicativo nelle strutture dell'Ast". La vicecapogruppo Casini ha presentato un'interrogazione per sollecitare la riattivazione del servizio: "è inammissibile che per un mero problema tecnico, un servizio talmente importante venga sospeso per così tanto tempo. E, ciò che è peggio, non sappiamo ancora quando sarà riattivato, considerato che secondo l'assessore alla Sanità Saltamartini sta funzionando tutto normalmente. Mediamente circa il 40% dei nuovi casi di malattia possono essere prevenuti o curati efficacemente grazie allo screening. E' chiaro che questa situazione, di cui la giunta porta una grande responsabilità, rischia di creare un danno enorme alla salute delle donne. Palesemente inutile, invece, è l'iniziativa spot promossa da Saltamartini, che l'8 Marzo offrirà alle giovani la possibilità di eseguire gratuitamente e senza prenotare il pap-test nei Consultori Familiari di Ascoli Piceno e San Benedetto del Tronto". Evidentemente Saltamartini considera lo screening una sorta di omaggio da offrire alle donne in un'occasione di festa, non diritto fondamentale per tutelare la loro salute".
    Vitri, già firmataria di diverse interrogazioni riguardanti ritardi e disservizi del servizio di screening, sollecita l'avvio della campagna di prevenzione con test gratuiti, sospesa dal 2019. E Bora, già proponente di molte proposte di legge volte a tutelare diritti e pari dignità delle donne, interviene "sull'ormai totale assenza nella provincia di Ancona di strutture sanitarie disponibili a garantire le sedute dedicate al percorso per l'interruzione volontaria della gravidanza".

   “Lo scorso anno - spiega Vitri - il consiglio regionale approvò all’unanimità una mozione che estendeva lo screening oncologico alla mammella alle donne di età compresa tra i 40 e i 49 anni e tra i 70 e i 74 anni. Una scelta fatta in base alle più recenti statistiche che indicano una sensibile crescita dei casi diagnosticati in queste due fasce d’età. A gennaio, rispondendo a una mia interrogazione, - ricorda - l’assessore dichiarava che per la fascia 45-49 anni l’invito sarebbe stato biennale a partire dal prossimo aprile, mentre per la fascia 70-74 anni sarebbe partito da settembre. Purtroppo, invece, da quanto abbiamo appreso stamattina dall’assessore Saltamartini l’organizzazione del servizio è ancora in alto mare". "Onestamente - prosegue - sono molto preoccupata per questa mancanza di attenzione e sensibilità. La Regione Marche ha il dovere di non perdere altro tempo perché il tumore al seno è il primo tra i carcinomi femminili e la sua incidenza è in continuo aumento con 55 mila nuovi casi ogni anno in Italia, di cui 1.500 nelle Marche”.

   “Con l’inaspettato venir meno della disponibilità della Casa di Cura Villa Igea a garantire questo servizio - afferma Bora - svolto fino a poco tempo fa in collaborazione con il Consultorio Familiare di Ancona e l’Ast 2, la nostra provincia fa un balzo indietro di decenni, visto che la giunta regionale non è stata in grado di assumere un’iniziativa concreta che garantisca e dia continuità a questo servizio previsto dalla legge 194/78, alla quale, di conseguenza, non viene data piena applicabilità. Se non verranno presi provvedimenti immediati, le conseguenze di questa ignavia della Regione Marche ricadranno interamente sulle numerose donne che vengono per l’ennesima volta lasciate sole in un percorso tanto doloroso quanto difficile da portare a completamento".

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