Al via oggi un progetto pilota di
raccolta dei rifiuti messo a punto dal Comune di Macerata di
concerto con il Cosmari, per sperimentare, in alcune zone
extraurbane, un sistema in grado di riconoscere l'utente e
misurare i rifiuti indifferenziati al momento del conferimento.
Nelle zone individuate per la sperimentazione, in cui vige già
il sistema "stradale" di raccolta dei rifiuti, i cassonetti
attuali saranno sostituiti con altri dotati di dispositivi
elettronici in grado di riconoscere l'utente e abilitarlo al
conferimento. I dispositivi di chiusura elettronica dei
cassonetti e le altre tecnologie di gestione sono stati forniti
dalla ditta Emz - Tecnologie Ambientali di Bolzano "Ci auguriamo
che questa fase sperimentale porti risultati vantaggiosi e a
intraprendere un nuovo percorso sulla gestione dei rifiuti" il
commento del sindaco Sandro Parcaroli. "Il nostro obiettivo è
raggiungere un'elevata percentuale di raccolta differenziata
come avviene, a esempio, a Ferrara, città universitaria come
Macerata, un modello a livello nazionale in quanto la città si
attesta all'86%" ha spiegato l'assessore all'Ambiente Laura
Laviano. Le postazioni interessate dalla sperimentazione sono
dieci: otto destinate a servire le utenze nelle zone di contrada
Collevario, Fontescodella, Corneto, Vallebona e Valteia e due
dedicate agli studenti universitari fuori sede e posizionate
lungo viale Trieste e viale Leopardi. Ogni postazione è
costituta da un cassonetto per la raccolta del rifiuto secco non
riciclabile munito di dispositivo elettronico di controllo
dell'apertura e calotta volumetrica; un cassonetto per il
multimateriale (plastica e barattolame metallico) e uno per i
rifiuti cartacei dotati entrambi di dispositivo elettronico di
controllo dell'apertura e coperchio calibrato; un carrellino per
il vetro e uno per i rifiuti umidi organici, liberamente
accessibili. Il riconoscimento dell'utente e l'apertura dei
cassonetti avverranno tramite un'app, scaricabile sullo
smartphone. Prevista l'emissione di una card elettronica che
potrà essere utilizzata in via alternativa. Il progetto
sperimentale, del valore di circa 88mila euro, ha ottenuto un
finanziamento regionale di 54mila euro.
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