Dopo l'identificazione, primi in
Italia, di due casi di variante 'newyorkese' del Covid-19 da
parte del laboratorio di Virologia degli Ospedali Riuniti-Univpm
nelle Marche "sono subito scattate tutte le previste procedure
per contrastare la diffusione della variante. L'Asur ha adottato
le misure di contenimento dei potenziali focolai e stiamo
continuamente monitorando la situazione". Lo riferisce
l'assessore regionale alla Salute Filippo Saltamartini.
"Al momento - spiega - non sussistono evidenze scientifiche
sull'eventuale capacità di questa variante di eludere la
risposta neutralizzante suscitata dagli attuali vaccini.
Seguiremo, come sempre e con la massima attenzione, l'evolversi
di questa nuova variante".
Secondo quanto riferito dal prof. Stefano Menzo, direttore
del laboratorio di virologia, ricorda la Regione, "la scoperta è
avvenuta nell'ambito della sorveglianza epidemiologica
molecolare effettuata a campione. La variante è stata
identificata tramite sequenziamento nucleotidico della proteina
Spike, confrontata con i database internazionali. Era stata già
identificata a New York (con nome attribuito B.1.526) e si era
poi diffusa gradualmente negli Stati Uniti, rappresentando, al
momento, il 12% dei contagi newyorkesi. È caratterizzata dalla
mutazione E484K (legame con il recettore) e da altre cinque
mutazioni aminoacide sulla stessa proteina".
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