/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Operato tardi morì a 12 anni, genitori risarciti

Operato tardi morì a 12 anni, genitori risarciti

'Non scelte dei medici furono la causa', condannata l'azienda sanitaria

MILANO, 20 settembre 2023, 16:38

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

A 12 anni morì tra atroci dolori al ventre il 30 dicembre del 2019 all'ospedale di Vizzolo Predabissi (Milano), dopo oltre 48 ore di ricovero per via di un'operazione all'intestino tardiva: il ritardo causò un infarto intestinale che comportò una serie di arresti cardiaci che lo stroncarono.
    Per la morte del ragazzino, il giudice di Lodi ha condannato l'Asst, cioè l'azienda socio sanitaria territoriale, Melegnano e Martesana a risarcire i suoi famigliari, assistiti dall'avvocato Giuseppe Badolato, dichiarando l'ente responsabile della causa del decesso mentre è in corso un procedimento penale a carico di un medico dell'ospedale.
    Il giudice nella sentenza cita una perizia in cui si ritiene accertato che "il percorso diagnostico e la gestione clinica delle patologie che affliggevano il giovane, sin da suo arrivo al pronto soccorso del presidio ospedaliero di Vizzolo Predabissi siano stati caratterizzati da evidenti errori di diagnostica nonché da inesplicabili ritardi terapeutici".
    Il magistrato fa sua la perizia spiegando che "la gestione del paziente da parte di tutti i sanitari che lo ebbero in cura è stata caratterizzata, sin dall'inizio, da un atteggiamento superficialmente attendistico e, di consuegueza inadeguato".
    Le "non scelte" dei medici "hanno condotto a un progressivo peggioramento del paziente" e hanno portato a "una diagnosi certa con estremo ritardo quando il quadro clinico era ormai seriamente compromesso e, quindi, con una quasi inevitabile prognosi negativa". Il giudice stigmatizza la "continua attesa (oltre 14 ore prima di effettuare l'esame radiologico 15 ore prima di svolgere un'ecografia") nell'intervenire. Sottolinea che se fosse stata eseguita una diagnosi tempestiva sarebbe stato possibile un intervento in tempo utile. La probabilità di sopravvivenza (il ragazzino fu portato al Pronto soccorso alle 5 :41) sarebbero state pressoché pari al 100%, scendendo sino al 90% in caso di intervento entro la sera del 28 dicembre.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza