Una rete infrastrutturale più
efficiente in Italia riuscirebbe a stimolare gli investimenti,
dopo la crisi dovuta alla pandemia da Covid-19, e
significherebbe un incremento della ricchezza nazionale del 20
per cento, grazie alla ricaduta positiva su alcuni settori
strategici. E' la stima che emerge da uno studio di Federbeton,
la federazione che, in ambito Confindustria, rappresenta le
associazioni della filiera del cemento e del calcestruzzo.
L'emergenza sanitaria, notano gli esperti della Federazione,
ha portato a un blocco della produzione che non si registrava
dall'ultima guerra. Per la ripartenza dell'economia sarebbe
necessario investire affinché l'Italia possa vivere una ripresa
rapida ed efficace, che non si limiti a riportare il Paese ai
livelli pre-pandemia, ma riesca ad avviare una nuova fase di
crescita. "Le costruzioni sono un mezzo per rimettere in moto la
macchina, attraverso le infrastrutture del Paese", sottolinea
Carlo Colaiacovo, consigliere di Aitec, l'Associazione che
all'interno di Federbeton rappresenta il settore del cemento.
Gli studi Federbeton evidenziano che, nonostante il dibattito
politico si soffermi da tempo sul tema degli investimenti in
infrastrutture, manca un piano strategico ed efficace per il
Paese. "Dobbiamo fare in modo che ci sia una modernizzazione
complessiva - continua Colaiacovo -, grazie a nuove reti
ferroviarie e autostradali che siano in grado di assicurare a
tutto il territorio una nuova spinta competitiva". Tutto ciò
anche alla luce del Recovery Fund. "Le opere finanziate con
queste risorse dovranno essere pronte entro il 2026, finite e
rendicontate. Ma se non si interviene sul 'sistema Italia', vi è
il rischio che non si facciano nemmeno i progetti esecutivi e
tutto il Paese perderà una grande occasione".
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