Denaro, ricariche telefoniche e
pieni di benzina, ma anche pranzi e generi di conforto: questa
la 'moneta di scambio' con cui alcune scuole guida ottenevano la
patente per i loro clienti da tre funzionari della
motorizzazione civile di Bergamo. L'accusa nei loro confronti è,
a vario titolo, di corruzione, concussione, falso e truffa. Uno
è finito in carcere, un altro ai domiciliari, mentre il terzo è
stato interdetto dai pubblici uffici a tempo indeterminato.
Le ordinanze di custodia cautelare sono state notificate
questa mattina dalla polizia stradale, nell'ambito
dell'operazione 'Black Money' coordinata dalla locale procura.
Per i titolari di nove scuole guida è stato disposto l'obbligo
di presentarsi all'autorità giudiziaria.
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