Con la prima delle due
udienze tecniche fissate dal Tribunale, è ripreso questa mattina
a Tempio Pausania il processo a porte chiuse per il presunto
stupro di gruppo denunciato nell'estate nel 2019 da una
studentessa italo norvegese e che vede sul banco degli imputati
Ciro Grillo e suoi tre amici genovesi, Edoardo Capitta,
Francesco Corsiglia e Vittoria Lauria.
In aula il perito informatico forense, Mario Calonzi,
nominato dagli avvocati di parte civile che tutelano la presunta
vittima e principale accusatrice dei quattro, Giulia Bongiorno e
Dario Romano. Davanti al collegio giudicante presieduto da Marco
Contu, il consulente riferirà sulle trascrizioni dei messaggi
estrapolati dai telefonini sia della studentessa che degli
imputati, relativi alle ore e alle giornate successive alla
notte in cui sarebbero avvenute le violenze, tra il 16 e il 17
luglio 2019 nella villetta della famiglia Grillo a Porto Cervo.
Un fitto scambio di messaggi scritti e vocali che oggi il
Tribunale deciderà quali acquisire agli atti del processo.
Il pool di avvocati della difesa ha individuato uno scambio
di battute in cui la ragazza italo norvegese parla con le amiche
e commenta la serata del 17 luglio trascorsa con il gruppo di
genovesi, prima al Billionaire, a Porto Cervo, poi nella
villetta a Cala di Volpe.
Nell'ultima udienza dell'8 marzo, era stata sentita la
migliore amica norvegese della studentessa: con l'aiuto di una
traduttrice la ragazza aveva risposto alle domande del
procuratore Gregorio Capasso e degli avvocati difensori,
riguardo proprio lo scambio di messaggi del 17 luglio, a poche
ore dal presunto stupro. Circa quattro cartelle di trascrizioni
sono state affidate ai periti: chiamate, messaggi scritti e
registrazioni vocali nei quali la studentessa si era confidata
con l'amica: "Non riuscivo a dire di no e ad oppormi", avrebbe
confessato l'allora 19enne.
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