Corteo annullato causa pioggia,
così la tradizionale manifestazione di Lotta comunista del primo
maggio a Genova si è trasferita sotto il tendone della piazza
delle Feste al Porto antico tra bandiere e coccarde rosse, le
bande di Cornigliano e Sampierdarena che suonano
l'Internazionale e lo spazio gremito di tanti militanti diversi
per età e provenienza geografica per parlare di
internazionalismo e rifiuto della guerra e del razzismo. "Non
vorremmo parlare di questi temi - spiega il dirigente di Lotta
comunista Piero Ferrazza - ma il mondo è fatto di queste cose e
per questo il nostro messaggio 'Proletari di tutti i paesi
unitevi' è sempre più attuale, perché vale in Palestina, vale a
Kiev e vale in tutte le realtà del mondo dove la logica del
profitto e delle potenze e della barbarie capitalista e
imperialista continuano a dilagare senza freni".
"Noi non conosciamo aggressori né aggrediti - chiarisce - ma
lavoratori che pagano e capitale che colpisce. E questo deve
essere chiarissimo soprattutto dove si colgono ancora derive che
sono quelle di contrapporre il popolo palestinese al popolo
ebraico, il popolo russo al popolo ucraino. Per noi ci sono
borghesi e proletari".
Parla anche Stefano Bonazzi, oggi nei panni non di segretario
genovese della Fiom ma di funzionario del partito: "Oggi come
ogni primo maggio diamo un segnale internazionalista contro la
guerra e il razzismo, che si combatte grazie all'integrazione"
dice. Integrazione che Lotta comunista, attraverso una fitta
rete di militanti e sostenitori, pratica ogni giorno "con i
circoli operai, con le nostre scuole di italiano e il nostro
volontariato che va in aiuto dei più deboli e che vede ormai
anche molti immigrati impegnarsi in prima persona. Sono attività
che fanno vivere l'internazionalismo nella quotidianità dei
nostri quartieri".
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