Le nuove frontiere
dell'intelligenza artificiale, con i rischi connessi dal punto
di vista etico e tecnologico ma anche con le grandi opportunità
che potranno ancora derivare. È stato questo il tema del
convegno: "L'intelligenza artificiale a Genova e in Liguria,
passato e presente" organizzato dal Collegio degli Emeriti di
UniGe con Banca Passadore per illustrare in forma divulgativa e
negli aspetti principali, le origini e lo sviluppo
dell'intelligenza artificiale nel contesto ligure e genovese.
"Oggi è difficile predire che cosa succederà perché i large
language model, come chat gtp, fanno cose straordinarie - ha
detto Tomaso Poggio, del Mit di Boston - ma molto
dell'entusiasmo è basato sull'attendere progressi ulteriori che
non è ancora chiaro se avverranno. Credo che oggi sia molto
difficile fare una scommessa, siamo al 50% di probabilità". Uno
strumento per certi aspetti entusiasmante, quindi, ma che, per
altri, può diventare pericoloso, dalla velocità con la quale può
elaborare fake news fino alla possibilità di influenzare la
giustizia. E per questo si sta lavorando all'elaborazione anche
di regole giuridiche. "Si è scoperto che, negli Stati Uniti, un
avvocato ha usato chat gtp per scrivere le memorie di difesa di
un suo assistito. Il giudice si è accorto che l'intelligenza
artificiale aveva inventato delle sentenze e se non se ne fosse
accorto avrebbe deciso sulla base di sentenze inventate".
Un tema, quello della correttezza delle informazioni che è
centrale nello sviluppo futuro dell'intelligenza artificiale.
"Un problema grosso è che i sistemi fanno errori - conclude
Poggio -: si inventano cose, e questo è intrinseco all'approccio
perché producono la catena di parola più probabile al momento, e
se non ci sono dati se li inventano. Ma non è chiaro il modo per
eliminarli, perché se non vogliamo avere dati privati, o coperti
dal copyright perché sono proprietà di qualcuno, non è chiaro su
come si possano eliminare dal sistema senza rifare tutto da
capo".
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