"Ancora una volta il Comune di Genova dimenticato la storia e si lascia trasportare dalla preoccupante retorica della destra oscurantista Durante la celebrazione dell'eccidio della Benedicta il Comune di Genova dimentica ogni riferimento esplicito al fascismo, alla Resistenza e ai partigiani caduti. Vogliamo ricordare che tra il 6 e l'11 aprile 1944 i nazisti, aiutati da squadre fasciste della Guardia nazionale repubblicana, hanno preparato una vera e propria strage in quest'area tra Genova e Alessandria". Così in una nota il capogruppo di Linea Condivisa in Consiglio Regionale Gianni Pastorino e il consigliere comunale Filippo Bruzzone ricordando il massacro di 150 partigiani e renitenti alla leva nell'area dell'abbazia omonima.
"L'amministrazione comunale decida da che parte sta perché questa indifferenza verso l'antifascismo erode i valori democratici che sono alla base della Repubblica italiana - prosegue la nota -. O, forse, la giunta Bucci ha già deciso da che parte stare: pensiamo da una parte ai silenzi in questa commemorazione e dall'altra ai finanziamenti stanziati proprio dall'amministrazione (un milione e 750 mila euro) per il restauro del sacrario dei caduti della repubblica sociale italiana al cimitero di Staglieno. In un momento in cui il contesto politico e ideologico è sempre più impregnato di una retorica becera che nega i valori fondanti della nostra Repubblica chiediamo che l'amministrazione comunale faccia al più presto chiarezza - conclude la nota -. E, se questa Giunta ha ancora un briciolo di dignità, farebbe bene a fare chiarezza sulla vicenda quantomeno prima del 25 aprile".
Anpi "martiri non 'persero la vita', furono uccisi"
"Il Comune di Genova sappia parlare di antifascismo"
"Alla Benedicta 154 persone non "persero la vita": furono uccise. Non morirono di polmonite, non finirono sotto a un camion i giovani renitenti alla leva rastrellati dai nazifascisti mentre cercavano di unirsi alle formazioni partigiane, ma vennero fucilati e massacrati intorno all'Abbazia, che fu fatta saltare in aria. Non fu un caso, fu una voluta strage la fucilazione di 75 partigiani da parte dei Granatieri repubblichini comandati da un ufficiale tedesco". Lo scrive Anpi in una nota. "Ma per il Comune di Genova, città medaglia d'oro al valor militare per la liberazione di Genova compiuta dalle forze del Cln e dai genovesi stessi, l'eccidio della Benedicta, di cui domenica 7 aprile si è celebrato l'80° anniversario, non ha responsabili - sottolinea Anpi -: la nota ufficiale del Comune riporta che alla Benedicta "persero la vita 154 persone", ma ci si guarda bene dal nominare il fascismo, alleato del nazismo e protagonista sui territori dei rastrellamenti, delle delazioni, della morte di migliaia di persone che avevano scelto l'antifascismo. Il vero rischio è quello, citato dallo storico Antonio Gibelli, di far alzare la nebbia che tutto confonda, per nascondere le responsabilità di un fascismo il cui ricordo è troppo accarezzato da tanti politici della scena attuale anche a Genova. Anpi non ci sta - conclude la nota -, le sue donne e i suoi uomini continueranno a diradarla quella nebbia, con il vento della storia e della memoria che non si nasconde. Quelle sono le radici della nostra Repubblica, quelle sono le basi fondanti della Costituzione nata dalla Resistenza e nessuno potrà mai distorcerle o reciderle".
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