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Genova mette in scena 'Le calciatrici che sfidarono il duce'

Genova mette in scena 'Le calciatrici che sfidarono il duce'

Alla Tosse applauditissimo spettacolo su una pagina storica

GENOVA, 23 febbraio 2024, 10:27

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Era il 1932, decimo anno dell'era fascista, quando in un parco di Milano alcune ragazzine innamorate del calcio e dell'idolo Meazza decisero di fondare una squadra femminile. Il loro progetto fu naturalmente osteggiato dal regime perché contrastava con l'idea della donna moglie e madre. Le ragazze lottarono strenuamente per il loro progetto, fra l'ironia dei giornali e le limitazioni sempre più stringenti degli apparati di governo (niente lanci lunghi, niente calzoncini, partite senza pubblico, un uomo in porta e altro ancora) fino alla vigilia della prima partita intercittadina con una squadra di Alessandria: arrivò allora il diktat finale del regime che sancì lo scioglimento del Gruppo Femminile Calcistico. Questa pagina di storia è diventata uno spettacolo teatrale che ieri sera è approdato al Teatro della Tosse. "Giovinette - Le calciatrici che sfidarono il Duce" per la regia di Laura Curino è tratto da scritti di Federica Seneghini e Marco Giani (adattamento drammaturgico di Domenico Ferrari, collaborazione artistica di Marco Rampoldi) , prodotto da Pem Habitat Teatrali e da Rara Produzione. In una scena, firmata da Lucio Diana, dominata da una grande porta di calcio, tre splendide attrici (Rita Pelusio, Rossana Mola, Federica Fabiani) raccontano la storia con un delicato sottofondo mozartiano e si immedesimano in tre delle aspiranti calciatrici.
    Il loro entusiasmo, il loro coraggio si scontra con gli avvenimenti bui di quegli anni, gli arresti, le morti, le condanne al confino. Il tutto è narrato con ironia e leggerezza, il pubblico ride alle battute e applaude alla bravura dialettica delle tre interpreti. Dietro la comicità c'è tuttavia la chiara, decisa denuncia di un momento storico in cui la libertà era un bene che si poteva perdere da un momento all'altro, senza possibilità di difendere le proprie ragioni e la propria dignità di uomo e di donna. Applausi calorosissimi.
   

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