"In quaranta anni di carriera è la
prima volta che mi viene precluso come parte civile la
possibilità di interloquire in un processo dove sono
regolarmente costituito su uno degli elementi fondanti la
perseguibilità di un reato, e cioè l'imputabilità dell'autore, e
quindi la possibilità di ottenerne il risarcimento". Lo dice
l'avvocato Fabio Anselmo, legale dei genitori di Alberto Scagni,
dopo la decisione della Corte d'assise di Genova di escludere
alcuni testi della parte civile nel processo per l'omicidio di
Alice Scagni.
"È un tema fondante - continua Anselmo - e come tale io ho
tutto il sacrosanto diritto di esplorare questo tema. Per
arrivare a capire se sussiste l'imputabilità e quindi il mio
diritto di poter chiedere il risarcimento o se viceversa non
sussiste l'imputabilità e quindi la mia facoltà di abbandonare
l'azione civile rispetto a un soggetto che non può rispondere di
ciò che ha commesso. Non c'è a mio avviso nessuna norma che mi
vieti o mi precluda questa possibilità".
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