Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Infermiera uccisa a Genova, anche lei prestava soldi a usura

Infermiera uccisa a Genova, anche lei prestava soldi a usura

E' quanto emerso da indagini dopo la riapertura del caso

GENOVA, 24 gennaio 2023, 13:46

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

Maria Luigia Borrelli, l'infermiera di giorno e prostituta di notte uccisa con un trapano 27 anni fa nel centro storico di Genova, non era solo una vittima degli strozzini ma anche lei prestava soldi con interessi elevati. E' il dettaglio che emerge dalle nuove indagini della squadra mobile dopo la riapertura di uno dei cold case che più hanno impegnato gli investigatori.
    Borrelli, ritengono gli investigatori coordinati dal sostituto procuratore Patrizia Petruzziello, prestava soldi nell'ospedale dove aveva lavorato come infermiera prima di dedicarsi all'assistenza agli anziani in forma privata e al meretricio. E tra i suoi "debitori" potrebbe esserci stato anche un primario, ormai morto, su cui si concentrano i nuovi accertamenti. A fare il nome del sanitario è stata una donna, all'epoca dei fatti poco più che bambina, che dopo avere visto una trasmissione in televisione ha contattato il giornalista Marco Menduni per rivelargli alcune confidenze ricevute dalla madre, non più in vita.
    "Maria Luigia Borrelli potrebbe essere stata uccisa da un primario di un ospedale cittadino con il quale aveva una relazione e che lei aveva ricattato". La madre le disse che il primario nei giorni dopo l'omicidio si presentò al lavoro con il volto segnato tanto che qualcuno gli chiese se aveva fatto a pugni con il gatto. Borrelli, era emerso dall'autopsia, si era difesa e aveva graffiato il suo assassino tanto che le era saltata un'unghia e sotto le altre erano rimasti pezzi di pelle.
    La donna era stata prima picchiata, poi colpita con uno sgabello e infine trapassata in più punti con il trapano. Secondo la supertestimone però, la donna sarebbe stata uccisa con un bisturi e l'attrezzo da lavoro usato solo per depistare. Per questo gli investigatori stanno riguardando anche i risultati dell'autopsia. Il Dna dell'assassino è stato trovato dagli investigatori di allora sulla scena del crimine, ma non ha dato corrispondenza con i sospettati. Anzi ne ha scagionato uno ma troppo tardi: travolto dalla vergogna per i sospetti, il muratore Ottavio Salis, proprietario del trapano utilizzato presente su luogo del delitto perché stava ristrutturando il basso, si era ucciso lanciandosi dalla sopraelevata.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

Guarda anche

O utilizza