"La chiusura prolungata, si parla di sei mesi, di interi territori montani ad attività importanti come escursionismo, mtb, turismo equestre, ricerca funghi, rischia di trasformarsi in un nuovo lockdown per un entroterra ligure già pesantemente colpito da due anni di pandemia, che ha portato alla chiusura attività il cui reddito proveniva dalla presenza del turismo outdoor". Lo afferma Roberto Costa, coordinatore di Federparchi Liguria in merito al problema dell'epidemia di peste suina nell'Appennino ligure, fra le province di Alessandria, Genova e Savona. In Liguria sono coinvolti i parchi del Beigua e dell'Antola. Federparchi chiede alla Regione Liguria di farsi parte attiva per cercare soluzioni meno penalizzanti e che vengano previsti ristori per le attività danneggiate come accaduto per bar, ristoranti, palestre e discoteche durante le chiusure per Covid 19.
Costa, ricordando che "si è giunti a una situazione critica per il dilagare della presenza dei cinghiali e per l'assenza di soluzioni efficaci per il controllo della specie", chiede "che i provvedimenti restrittivi alla mobilità pedonale e ciclabile siano quanto più possibile temporanei e provvisori, e che vengano graduati per livello di rischio territoriale e garanzie di pratica in sicurezza, ad esempio evitando chiusure totali e indicando prescrizioni quali l'obbligo di seguire i sentieri segnalati, non portare cani, consentire l'accesso a gruppi controllati, guidati e numericamente limitati, in particolare se diretti a mete precise quali rifugi, altre strutture di accoglienza, beni ambientali, storici ed architettonici".
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