L'urgenza di avviare i lavori per il
ripristino del tratto autostradale e i dubbi sull'opportunità di
affidarli al concessionario alla luce della gravità del crollo
del viadotto autostradale denominato Ponte Morandi, nonché dei
primi risultati delle indagini amministrative in merito: sono
queste, in estrema sintesi, le ragioni che hanno portato, con il
decreto legge n.109 del 2018 (cosiddetto Decreto Genova),
all'estromissione di Autostrade Spa (ASPI) dalle attività di
demolizione e ricostruzione del Ponte. È quanto si legge in un
passaggio della motivazione con cui la Corte, nella sentenza n.
168 depositata oggi (redattore Augusto Barbera), spiega perché
il Decreto Genova impugnato dal Tar della Liguria non è stato
dichiarato costituzionalmente illegittimo.
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