Prima manifestazione di lavoratori al tempo del coronavirus. Accade a Genova domani con protagonisti i dipendenti di ArcelorMittal che hanno deciso di prolungare lo sciopero a domani dopo che era iniziato venerdì alle 18. Lo stop al lavoro era scattato dopo l'annuncio dell'azienda, che dopo 15 giorni di lavoro, ha deciso di mettere in cassa integrazione 200 lavoratori. Domani alle 7 presidio davanti all'ingresso dello stabilimento a Cornigliano con guanti e mascherine e con il distanziamento sociale anti covid. Poi possibile corteo fino alla prefettura, ma questo sarà deciso solo domani. "Vogliono sfruttare la cassa Covid, ma il virus non c'entra nulla. Gli ordini ci sono per la banda stagnata e per lo zincato. dice Bruno Manganaro della Fiom. "Abbiamo chiesto al prefetto e alle istituzioni di avere un incontro con il ministro Patuanelli e l'azienda per capire qual è il piano di ArcelorMittal", dice Alessandro Vella della Fim, mentre Antonio Apa della Uilm fa notare l'irresponsabilità dell'azienda e"l'utilizzo illegittimo della cassa Covi".
Attualmente i dipendenti genovesi di ArcelorMittal sono 1001, di questi al lavoro ce ne erano 650, poi l'annuncio che per 200 di loro scattava la cassa integrazione per cinque settimane. Le lettere sono già state inviate ai lavoratori.
I sindacati e l'azienda sono stati convocati per domani alle 16 in prefettura per verificare le possibili soluzioni "ma ArcelorMittal rimane indifferente", fa sapere la Fiom annunciando che presenterà "un esposto alla Procura sull' utilizzo illegittimo dello strumento della cassa integrazione, avendo le prove che gli ordini per lavorare esistono. Un utilizzo illegittimo che arriva a sfruttare la cassa integrazione per pandemia covid19 che nulla c'entra con le astratte e non veritiere ragioni dichiarate dalla azienda, sperperando soldi pubblici finanziati dagli ultimi decreti e costruendo un ulteriore risparmio economico. Non è accettabile che quando il lavoro c'è si vada in cassa integrazione. Arcelor Mittal crede che tutto gli sia dovuto senza regole, senza nessun impegno verso i lavoratori e la città. Noi non siamo d'accordo".
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