(ANSA) - ROMA, 29 LUG - E' stata respinta dalla Cassazione la
richiesta di Nunzia Graviano, la sorella 54enne dei capomafia
stragisti Giuseppe e Filippo - entrambe all'ergastolo -, la
quale in seguito all'assoluzione definitiva ottenuta il 30
aprile 2018 con la formula "per non aver commesso il fatto",
voleva essere risarcita per aver passato tre anni, quatto mesi e
15 giorni in carcere, dal 29 novembre 2011 al 13 aprile 2015,
con l'accusa di gestire di fatto il patrimonio dei fratelli
detenuti. Ad avviso della Corte di appello di Palermo, quale
giudice della riparazione, come emerge dall' ordinanza del 25
maggio 2021 condivisa dagli 'ermellini' - nel verdetto 30054
depositato oggi -, vi erano stati "plurimi e perduranti"
rapporti della Graviano con membri del clan mafioso di
Brancaccio, uomini come Cesare Lupo, Giuseppe Arduino e Giuseppe
Faraone, che andavano fino a Roma, dove la donna gestiva un bar
in Via Tripolitania, per incontrarla. Anche brevemente, per una
ventina di minuti, compresa la notte di Natale del 24 dicembre
2010. Secondo le dichiarazioni di alcuni pentiti, in quelle
circostanze alla sorella dei boss venivano dati i soldi degli
affitti di beni appartenenti ai fratelli Graviano. Per la
Cassazione, questo via vai da Palermo a Roma, anche se non è
sfociato in una sentenza di condanna, "non lascia dubbi sulla
rimproverabilità" nei confronti di Nunzia Graviano di "una
condotta tale da legittimare pienamente il provvedimento
restrittivo", un comportamento di "pericolosa connivenza".
(ANSA).
Mafia: Cassazione nega risarcimento a Nunzia Graviano
Sorella dei boss, assolta dopo 3 anni e 4 mesi di detenzione
