E' arrivato a presentare ai
magistrati anche un certificato di abilitazione alla
manutenzione palesemente falso. Il titolare della ditta che ha
inviato l'operaio alla Farnesina per la manutenzione di un
ascensore ha fatto di tutto per nascondere le sue responsabilità
nella morte di Fabio Palotti, il 38enne che mai avrebbe dovuto
effettuare quelle operazioni sull'ascensore che gli sono
risultate poi fatali. A metterlo nero su bianco è il gip del
tribunale di Roma che ha emesso oggi un'interdittiva di sei mesi
per il titolare della ditta indagato per omicidio colposo.
Le indagini dei carabinieri della Compagnia Roma Trionfale,
hanno rinvenuto "negligenza, imperizia ed imprudenza" da parte
dell'amministratore unico della dita che operava in subappalto
alla Farnesina. Gli viene contestato di aver adibito alle
mansioni di manutentore di ascensori il dipendente che era
invece specializzato per il servizio di presidio tecnologico.
L'operaio, dunque, era "privo dei requisiti
tecnici/professionali e non adeguatamente formato e addestrato
per la specifica attività di intervento e manutenzione cui di
fatto era stato delegato". Per questo quando si presenta al
ministero per effettuare le operazioni di manutenzione - come
scoperto dalle indagini - aveva dimenticato di inserire la leva
di blocco dell'ascensore sulla posizione 'ispezione', "sicché -
spiega una nota dell'Arma - l'ascensore si metteva in funzione
mentre l'operaio si trovava sul tetto, rimanendo incastrato tra
la cabina e la parete del vano corsa, prima di precipitare nella
fossa".
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