"Ce lo aspettavamo, ma rimaniamo
comunque sorpresi di quanto possano essere intolleranti e
violenti abortisti e femministe, arrivati al punto tale da
strappare e vandalizzare, dopo solo un giorno di affissioni,
anche i manifesti della nostra ultima campagna inneggianti una
storica frase di Pier Paolo Pasolini sull'aborto, che
sicuramente non aveva né preconcetti ideologici né era mosso da
convinzioni religiose per affermare di essere 'traumatizzato
dalla legalizzazione dell'aborto', che egli stesso considerava
'come molti, una legalizzazione dell'omicidio'". Lo afferma,
in una nota, Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia
riferendosi ai manifesti affissi a Roma.
"Questo ennesimo atto di vandalismo - aggiunge conferma la
chiara volontà di zittire e censurare chiunque la pensi
diversamente dal pensiero unico dominante abortista, perché ogni
opinione contraria, che sia anche di un intellettuale
progressista come Pasolini, rappresenta una minaccia per
l'industria dell'aborto che - conclude - propone alle donne la
grande bugia che esso sia l'unica soluzione, soprattutto quando
si deve affrontare una gravidanza difficile o indesiderata",
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