Strumenti micidiali per colpire e
difendersi ma anche mezzi potenti per ribadire rilevanza sociale
e status symbol: va ricercata in questo "salto" evolutivo la
valenza assunta dalle armi nel Rinascimento. In un' epoca
segnata dal conflitto tra Occidente e Impero Ottomano e dalle
guerre tra le grandi potenze internazionali le armi ebbero una
pluralità di intenti e di significati iconografici, simbolici,
rituali, iconici. A darne conto è la mostra "Armi e Potere nell'
Europa del Rinascimento" inaugurata a Roma dal ministro per i
Beni e le Attività Culturali Alberto Bonisoli. Armature intere,
armi da difesa e offesa, armi da fuoco, elmetti, corsaletti,
spade, alabarde, balestre e schiniere, in tutto 160 pezzi
esposti fino all' 11 novembre a Castel Sant'Angelo e a Palazzo
Venezia. La rassegna, ideata e prodotta dal Polo Museale del
Lazio diretto da Edith Gabrielli,in collaborazione con il Polo
Museale dell'Emilia Romagna, è curata da Mario Scalini, grande
esperto del settore.
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