"Rigettiamo ogni accusa" e vediamo
"un chiaro segnale: di Palestina non si può parlare, in caso se
ne parli tutto deve essere filtrato dall'attento occhio
istituzionale, tramite termini chiave che rimandano alla
propaganda filoisraeliana come 'conflitto tra due popoli',
'terrorismo' e 'difesa'. Lo scrive in una nota Assemblea per la
Palestina di Trieste che ieri avrebbe voluto tenere una
"semplice assemblea" nel piazzale dell'Università, che è stata
vietata: "atto di censura e repressione, in concomitanza con
"altri divieti a Siena, Torino, Sassari, Bergamo e altre città".
Ricordando che la manifestazione a Roma del 5 ottobre ha
portato "1600 fermi e circa 40 fogli di via - tra cui un nostro
compagno incensurato - notificati a persone che avevano la sola
colpa di trovarsi nella città della manifestazione", Assemblea
pro Palestina parla del "nascente ddl 1660, che farà cadere il
nostro paese in un'orribile rievocazione storica". Nella nota si
sottolinea che bisogna "fare tutto il possibile per allontanarci
da Israele e dal sionismo".
"Se le cose non cambieranno tutta la sofferenza e il sangue
versato, rimarranno l'ennesimo campanello d'allarme ignorato,
l'ultimo forse, che ci segnalava un grave deficit di umanità",
conclude il comunicato.
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