Dopo otto anni di gare, appalti,
lungaggini burocratiche, estenuanti iter amministrativi, il
Comune di Trieste sostiene di essere pronto a riavviare il
servizio dello storico e bellissimo tram che collega il centro
città con Opicina, sul Carso. La vicenda però non finisce qui,
anzi, si accentua il rimpallo di responsabilità tra Comune e
ministero dei Trasporti su regole e norme. E al 'Piccolo' il
sindaco, Roberto Dipiazza, irritato annuncia: "Vado in Procura,
con questa burocrazia romana non partiremo mai".
Il tram di Opicina, orgoglio dell'ingegneria di inizio secolo
scorso, "xe nato disgrazià", canzonano da decenni i triestini
sulla scorta degli incidenti più o meno gravi che
dall'inaugurazione del servizio, nel 1902, hanno contrassegnato
questa linea, unica in Europa ad avere un tratto di poco meno di
un chilometro con una pendenza del 26%. L'ultimo della serie è
avvenuto otto anni fa appunto, il 16 agosto 2016, quando due
vetture si sono scontrate frontalmente e, sebbene viaggiassero a
velocità bassa, causarono qualche danno e 8 feriti.
Da allora il tram non s'è più mosso; come ironizza la
deputata Dem Deborah Serracchiani, "sembra che stiano costruendo
la Transiberiana". In effetti, il percorso complessivo è di soli
cinque chilometri circa e l'opera è di una tecnologia più che
collaudata. L'intoppo di oggi è il nuovo regolamento, elaborato
in nove mesi e arrivato da Roma il primo agosto, al quale ha
contribuito lo stesso Comune. Oltre ai lavori già effettuati -
con 500 giorni di ritardo si disse nel 2022 - sembra che
occorrano nuovi interventi su linea e carrozze perché l'Ansfisa
(Agenzia nazionale sicurezza delle ferrovie e delle
infrastrutture stradali e autostradali; ex Ustif) conceda il
nulla osta. Il Comune ribatte che i lavori sono stati conclusi e
che il resto della linea è la stessa di anni fa, almeno del
2014, quando fu oggetto di rilievi proprio dell'Ansfisa, che non
vi trovò nulla da ridire. E che oggi invece vorrebbe interventi
estesi a tutta la linea. Il Comune attende di capire le nuove
prescrizioni e sarebbe disposto a piccole migliorie. "L'Italia è
in mano alla burocrazia - dice il sindaco - Dopo otto anni la
città è stufa e io non intendo rovinarmi un'immagine costruita
in decenni per colpa del tram".
Nell'attesa, tra mobilitazioni cittadine, le condanne
confermate in Cassazione (la sentenza di secondo grado, a 6 e 8
mesi di reclusione) a carico dei due conducenti coinvolti nello
scontro, il vecchio tram che si trasforma da un certo punto in
poi in funicolare - unico in Europa - resta fermo. Mentre si fa
largo il progetto di cabinovia da 62 milioni di euro di fondi
Pnrr che dovrebbe coprire più o meno lo stesso percorso.
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