(di Francesco De Filippo)
Toni più morbidi tra Wartsila e
organizzazioni sindacali il giorno dopo le dichiarazioni di
interruzione dei negoziati e le roboanti accuse reciproche,
espresse nelle note diffuse ieri sera al termine di una giornata
complessa e tesa. Una giornata che doveva concludersi con un
accordo intorno agli incentivi che Wartsila dovrebbe versare ai
262 esuberi che saranno trasferiti in Msc.
Msc subentrerà alla Wartsila nell'impianto di San Dorligo
assorbendo le 262 unità giudicate in esubero dai finlandesi, che
manterranno a Trieste settori non principali della filiera
produttiva. Nel passaggio da un gruppo all'altro, nelle buste
paga degli operai, oltre alle voci previste dal Contratto
nazionale di lavoro, non figurano una serie di poste frutto di
accordi stipulati nel tempo. Insomma, un importo che si
aggirerebbe sui 500 euro oltre all' importo indicato dal
Contratto. Wartsila era partita da una cifra, giudicata
"imbarazzante" dai sindacati, al di sotto di due mensilità; l'ha
raddoppiata nel corso dei negoziati, poi l'ha aumentata ancora
restando però al di sotto di quanto i sindacati siano disposti
ad accettare.
Si tratta di una delle tre partite in corso: un'altra è
quella tra sindacati e Msc e una terza è quella che stanno
giocando tra loro Wartsila e Msc. Se queste ultime due sembrano
avviate verso una risoluzione, l'interruzione di ieri potrebbe
rivelarsi un pericoloso rallentamento.
Ieri sera, dunque, le trattative si sono fermate proprio
prima del punto di rottura con l'idea di lasciar allentare le
tensioni per riprendere l'incontro in altra sede, il 25 giugno
prossimo al tavolo del Mimit per discutere dell'Accordo di
programma. Questo sancirà il quadro complessivo dell'area
industriale ma non potrà essere siglato fino a quando non
incorporerà anche l'accordo tra Wartsila e sindacati. Accordi
per i quali sono previste scadenze: la prima e più importante è
quella del 30 giugno che concluderà il periodo di solidarietà.
Non ci sarà tempo per le due intese, dunque è presumibile che
Wartsila non dia corso ai licenziamenti e che venga allungata di
un mese la solidarietà. Facendola coincidere con la scadenza del
31 luglio, data entro la quale i due gruppi dovranno aver
concluso il loro patto. D'altronde, mettere la firma in calce a
un patto e farlo quanto prima possibile è nell'interesse di
tutte le parti.
"Le trattative non sono interrotte - commenta oggi il
segretario di Trieste della Uilm-Uil Antonio Rodà - la
situazione non è rosea ma nemmeno nerissima".
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