"E' un bene che le Università si
siano svegliate da un 'letargo' di qualche decennio dopo gli
anni settanta. E'uno stimolo alla nostra società liquida che ha
abdicato ad un atteggiamento 'profetico' verso i diritti della
persona a vantaggio di un 'quieto vivere' individualista". Il
"problema è che al posto della dialettica giustamente 'bifronte'
gli organizzatori scelgano la 'contrapposizione' urlata e anche
a volte violenta". E' il parere espresso in una nota dal teologo
don Ettore Malnati che, in merito al conflitto Hamas-Israele
sostiene che la soluzione è "due Popoli e due Stati".
Secondo il teologo, "poco si è imparato dalla stagione
sessantottina che ha portato nelle piazze la necessità di un
cambiamento nel modo di gestire la vita sociale, civile,
culturale e religiosa. Il metodo violento purtroppo ha poi
generato derive ideologiche dei due estremi che hanno dato vita
alla strategia della tensione che tanto ha ferito la vita
democratica".
Per don Malnati "il popolo palestinese è doppiamente
martirizzato dalla scaltrezza di Hamas e dalle bombe di
Netanyahu. I cittadini israeliani sono vittime del terrorismo di
Hamas e della politica espansionista dell'attuale contestato
governo israeliano di Netanyahu".
In conclusione, "dalle Università parta la provocazione per
la Comunità internazionale per una ingerenza a favore della
cessazione dei conflitti. Questo si aspetta l'umanità pensosa
alla quale sta a cuore la giustizia e la pace e auspica una
seria proposta internazionale per arginare la logica degli
armamenti a favore di un'etica del disarmo possibile".
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