Ospita al momento circa 550 persone,
la massima capienza prevista, il Centro di accoglienza
straordinaria dell'ex caserma Cavarzerani di Udine. Di questi,
circa 150 sono richiedenti asilo "fuori accoglienza" stipati in
una grande stanza in un'area dismessa, detta "la moschea", "in
condizioni di sovraffollamento e di precarietà igienico
sanitaria". E' la fotografia del Cas alla periferia est del
capoluogo friulano scattata dal report presentato oggi dalla
Rete Diritti accoglienza solidarietà internazionale Fvg, al
centro di accoglienza Balducci di Zugliano (Udine).
"In questi mesi di monitoraggio abbiamo incontrato decine di
migranti che si trovano a dover dormire nell'ex caserma - ha
reso noto la Rete - senza essere ospiti registrati del Cas. Si
tratta di persone titolari del diritto a usufruire delle misure
di accoglienza, misure a cui, nella pratica, è impedito
l'accesso, con gravi responsabilità della Prefettura di Udine.
Le persone che trovano riparo in 'moschea' sono giovani uomini
provenienti in larga parte dal Bangladesh, con una più esigua
presenza di ragazzi originari del Marocco, anch'essi giunti
attraverso i Balcani". Tra le situazione di precarietà
riscontrate, "i soli 52 bagni per un totale di più di 700
persone presenti nell'ex caserma" e "condizioni diffuse di
fragilità e di affaticamento fisico e mentale".
La rete Dasi ha chiesto alla Prefettura di "garantire
l'accoglienza alle persone che ne hanno diritto, reperendo
progressivamente nuove strutture idonee", "provvedere a un netto
incremento, di concerto con il ministero dell'Interno, dei
trasferimenti di richiedenti asilo verso Cas in altre aree del
Paese" e "promuovere di concerto con il Comune l'istituzione di
Cas con modalità più diffuse".
Al Comune, la Rete ha chiesto, tra le altre cose, di
"adoperarsi insieme alla Prefettura, per trovare, in tempi
brevi, strutture abitative dove collocare i 150 ospiti fuori
accoglienza", "costruire la rete territoriale che si occuperà
del programma Sai".
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