"Il mio braccio sinistro è come
morto, non lo muovo. Di tre dita della mano destra, pollice,
indice e medio, non avverto più la sensibilità. Porto un busto e
non posso camminare per oltre venti minuti, perché i medici me
l'hanno sconsigliato e in ogni caso non ce la faccio: resto
stremato dal dolore". Eppure, è miracolosamente vivo. A parlare
così al quotidiano Il Piccolo che oggi pubblica un ampio
servizio al caso, è Ashiqul Islam, l'operaio, di 23 anni, di
nazionalità bengalese, vittima di un incidente sul lavoro il 19
gennaio scorso, rimasto schiacciato da attrezzature precipitate
da un ponte superiore della Mein Schiff Relax, nel perimetro di
Fincantieri.
Per liberarlo da un pesantissimo ammasso di tubi, lamiere e
infrastrutture, quella mattina di bora forte, i vigili del fuoco
hanno impiegato trenta minuti. Lui però di quella vicenda
avvenuta alla banchina D del bacino di Panzano (Monfalcone,
Gorizia) ricorda poco o niente. E' la prima volta che Ashiqul
Islam parla dell'incidente. E' stato dimesso dopo due interventi
chirurgici il giorno dopo Pasquetta dall'ospedale Maggiore di
Trieste dove è rimasto ricoverato per due mesi e mezzo, ed è
tornato nell'abitazione di famiglia, a Maniago (Pordenone).
La mamma "piange ogni giorno - ha rivelato il giovane al
Piccolo - ed ha problemi di cuore". Mia sorella Tania, di 19
anni, mi deve seguire costantemente". L'auspicio, dopo che gli
sono state impiantate 12 speciali viti riassorbibili nel lungo
termine alla colonna spinale, è che possa recuperare
completamente la funzionalità degli arti e possa camminare in
autonomia e senza busto. In caso contrario, potrebbe essere
necessario un altro intervento chirurgico, in un centro
specializzato di Padova.
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