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Scoperta una catena di vulcani sottomarini in Antartide

Scoperta una catena di vulcani sottomarini in Antartide

Indagini condotte a bordo della rompighiaccio Laura Bassi

TRIESTE, 27 marzo 2024, 11:50

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Una catena di vulcani sottomarini estesa su una superficie di oltre 500 chilometri quadrati è stata scoperta nei mari remoti della Terra Vittoria Settentrionale, in Antartide, da indagini geologiche e geofisiche condotte a bordo della nave rompighiaccio italiana "Laura Bassi" dell'Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale - OGS, nell'ambito del progetto internazionale BOOST finanziato dal Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA) e coordinato dall'Università di Genova.
    La catena di vulcani è ubicata a circa 70 gradi di latitudine sud e circa 60 chilometri al largo della remota Costa di Pennell, in una zona dove le correnti circumantartiche dell'Oceano Meridionale si incontrano con le acque del Mare di Ross. La catena è lunga circa 50 chilometri ed è larga nel massimo punto 15 chilometri; le sue cime, pur elevandosi di oltre 1500 metri rispetto al fondo oceanico circostante, restano nascoste sotto il mare. Il punto più elevato del complesso vulcanico è a circa 600 metri di profondità.
    I primi indizi di questa scoperta erano stati riscontrati durante la 38/a spedizione italiana del febbraio 2023, poi confermati nella 39/a campagna, a cui ha preso parte la nave Laura Bassi, conclusasi a inizio marzo 2024.
    Il progetto BOOST (Bridging Onshore-Offshore STructures at the Pacific Coast of North Victoria Land, Antarctica: an integrated approach) in cui è capofila l'Università di Genova, coinvolge ricercatori dell'OGS di Trieste, dell'Institute for Geosciences and Natural Resources (BGR) di Hannover e delle Università Roma Tre e Trieste.
    "L'area studiata dal progetto è zona chiave per comprendere l'interazione tra i processi geologici legati ai movimenti delle placche litosferiche e l'evoluzione delle calotte glaciali Antartiche" sottolinea Laura Crispini, docente a Genova e responsabile scientifica del progetto. "In passato, la zona è stata quasi per nulla investigata, soprattutto a causa della sua remota posizione geografica, spesso coperta da ghiaccio marino e caratterizzata da condizioni meteomarine estreme".
    L'obiettivo è ottenere risultati per comprendere i cambiamenti globali che caratterizzano l'evoluzione del sistema Terra, come l'apertura dei bacini oceanici che hanno favorito l'isolamento climatico dell'Antartide con il conseguente raffreddamento e sviluppo della calotta di ghiaccio a partire da circa 34 milioni di anni fa.
    "Il vulcanismo sembra essere geologicamente recente ma la sua origine ed età rimangono ancora da determinare con esattezza", ha precisato Dario Civile, ricercatore e responsabile dell'Unità di Ricerca dell'OGS.
   

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