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Indagini Unabomber si allargano ad altre persone

Indagini Unabomber si allargano ad altre persone

Una quindicina, sospettate all'epoca. Il 18/3 prossima udienza

TRIESTE, 16 marzo 2024, 08:58

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

Oltre agli undici indagati per il caso riaperto di Unabomber alla Procura di Trieste, ci sarebbe un'altra quindicina di persone delle quali il colonnello Giampietro Lago e l'antropologa molecolare forense Elena Pilli dell'Università di Firenze - consulenti della Procura - vorrebbero acquisire il Dna. Lo anticipa il quotidiano friulano Messaggero Veneto precisando che si tratta di persone già sospettate all'epoca, residenti nelle province di Pordenone e Udine, e poi non ritenute rilevanti per le indagini.
    Evidentemente, però, ipotizza il quotidiano, in Procura non si intenderebbe lasciar nulla di intentato e forse, alla luce delle nuove tecnologie disponibili, sarebbero stati riscontrati nuovi aspetti nelle indagini.
    Lunedì 18 marzo si terrà la prossima udienza davanti al gip del tribunale di Trieste, Luigi Dainotti. Secondo il Messaggero Veneto a questo gruppo di persone verrà chiesto di sottoporsi volontariamente al prelievo del Dna; in caso di diniego, il gip potrà valutare se disporre il prelievo coatto.
    Gli accertamenti genetici si svolgono nelle forme dell'incidente probatorio dopo la riapertura dell'inchiesta, a distanza di 16 anni, sui 34 attentati avvenuti nel Nord Est tra 1994 e 2006. Il fascicolo è stato riaperto su richiesta del giornalista Marco Maisano e di due vittime degli attentati, Francesca Girardi e Greta Momesso, convinti che alcuni reperti - di cui ebbero l'autorizzazione a visionare - sarebbero stati maneggiati e forse contaminati. Maisano da tempo lavora a podcast su Unabomber; Girardi oggi ha 28 anni, nel 2003 a 9 anni, sul greto del Piave, raccolse un evidenziatore giallo che gli esplose in faccia; Momesso a otto anni, nel 2005 fu vittima dell'esplosione di una candela-bomba in una chiesa.
    A svolgere le indagini negli anni si sono alternati centinaia di investigatori coordinati da piu' procure: Pordenone, Udine, Treviso, Venezia e, ultima, Trieste. Per questo il capoluogo giuliano e' oggi il distretto giudiziario competente.
    Dell'inchiesta si occupano il Procuratore capo, Antonio De Nicolo, e Federico Frezza.
   

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