"Anche in una regione come il
Friuli Venezia Giulia, caratterizzata da un tasso di occupazione
femminile pari al 62,1%, dieci punti in più rispetto alla media
nazionale (52,2%), la strada che ci separa da un'effettiva
parità di genere sul mercato del lavoro è ancora lunghissima".
Lo rilevano Cgil, Cisl e Uil, che in occasione della Giornata
internazionale della donna fanno il punto sulla condizione delle
donne, ancora "discriminate nel lavoro e nella società".
Secondo i dati diffusi dai sindacati confederali, in Fvg il
36,2% delle donne con contratto da dipendente ha un incarico
part-time (33% la media nazionale), contro il 7% dei colleghi
maschi (8% in Italia). Il 17,8% ha un contratto a termine,
contro il 13,4% degli uomini, e in generale percepiscono un
reddito medio lordo inferiore di circa 10mila euro rispetto a
quello degli uomini (18.773 contro 28.202 nel 2022). Un gap
superiore alla media italiana (circa 8mila euro). Nel 2023
inoltre il tasso di disoccupazione femminile in Fvg corrisponde
al 5,9% (7% in Italia) quello maschile al 3,7% (8,9% in Italia).
In Italia - osservano ancora i sindacati - una donna su 5 è
tuttora costretta ad abbandonare il mercato del lavoro a seguito
della maternità, in primis a causa della carenza di servizi alle
famiglie o dal costo di asili nido e babysitter, a fronte di
paghe troppo spesso basse, con un divario retributivo superiore
al 40% tra i lavoratori e le lavoratrici. "Tutto questo -
sottolineano le responsabili pari opportunità di Cgil, Cisl e
Uil regionali, Daniela Duz, Alessia Cisorio e Magda Gruarin -
nonostante le performance sensibilmente superiori delle donne
negli studi: la percentuale di diplomate è infatti del 65,7%,
contro il 60,3% dei maschi, e le laureate il 23,5%, contro il
17,1% dei maschi".
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