"Preoccupano i femminicidi, che
sono fenomeni dovuti a impulsi irrefrenabili che l'azione penale
e il sistema penale non sono in grado da soli di contrastare.
Deve cessare l'aspettativa che solo nella magistratura penale
possa ricorrere l'antidoto ai femminicidi, che hanno in realtà
ragioni culturali, ragioni in una scolarizzazione evidentemente
insufficiente e cioè ragioni che prescindono dal nostro
intervento". Lo ha affermato il procuratore capo di Trieste,
Antonio De Nicolo, a margine della cerimonia di inaugurazione
dell'anno giudiziario 2024 oggi a Trieste.
Rispondendo a una domanda dei cronisti sul caso di Liliana
Resinovich, sul cui cadavere verrà svolta una nuova autopsia il
15 febbraio a Milano, De Nicolo ha sottolineato che sono stati
nominati "consulenti di chiara fama, che spero ci possano
aiutare a congiungere nel modo più corretto questa vicenda".
Spazio alle indagini, dunque, mentre per quanto riguarda le
dichiarazioni che si sono susseguite, anche di accuse a vicenda,
tra i protagonisti del caso della 63enne triestina, De Nicolo
non commenta : "A questi livelli - chiarisce - non scendo, non
faccio scendere il mio ufficio".
Infine, sul tema delle possibili infiltrazioni mafiose in
Friuli Venezia Giulia, De Nicolo ha confermato che "il Fvg è una
regione tranquilla, dove c'è pace sociale, dove c'è una buona
resa economica di tutti gli operatori interessati e quindi è una
regione dove gli insediamenti criminali non ci sono, però
vorrebbero entrarci. Dobbiamo avere i sismografi prontissimi -
ha concluso - a rilevare ogni segno importante di intromissioni
nell'economia lecita da parte delle fonti di economia illecita".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA