"Resta alta" l'attenzione delle
Prefetture del Friuli Venezia Giulia per cogliere i segnali e
prevenire i tentativi di penetrazione nelle attività
imprenditoriali "in una regione come il Fvg, a vocazione
commerciale e industriale e turistica, che attrae investimenti
pubblici e che, anche per la presenza delle realtà portuali di
Trieste, Monfalcone e San Giorgio di Nogaro, può apparire area
di interesse per l'espansione degli affari illeciti delle
organizzazioni mafiose". E' quanto emerso nel corso della
Conferenza regionale delle Autorità di pubblica sicurezza,
tenutasi in prefettura a Trieste e a cui hanno partecipato, tra
gli altri, i prefetti dei quattro capoluoghi Pietro Signoriello
(Trieste), Domenico Lione (Udine), Raffaele Ricciardi (Gorizia)
e Natalino Manno (Pordenone).
Rispetto alle possibili infiltrazioni della criminalità
organizzata nel tessuto sociale ed economico del Fvg - spiega
una nota - "l'analisi ha permesso di confermare l'assenza sul
territorio di organizzazioni criminali strutturate di stampo
mafioso o la presenza di gruppi che tentano di imporsi con le
forme intimidatorie proprie di soggetti che intendono mostrarsi
legati da vincoli associativi criminali". Ma l'attenzione, è
stato ribadito, "resta alta". Le Prefetture, per la particolare
attenzione che viene riservata agli appalti e alle opere di
lavori pubblici finanziate con i fondi del Pnrr, hanno
implementato, anche in applicazione di specifiche direttive
ministeriali, l'azione di monitoraggio a scopo preventivo di
quelle attività sensibili che spesso si ricollegano alla
commissione dei cosiddetti reati spia, come ad esempio
l'attività illecita di smaltimento rifiuti, l'imposizione di
manodopera o il riciclaggio.
Durante i lavori, conclude la nota, si è deciso di dar corso
a un coordinamento regionale dei quattro Gruppi interforze
antimafia delle Prefetture della regione per "rendere omogeneo
il monitoraggio della predetta fenomenologia criminale e per la
condivisione del patrimonio informativo".
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