In provincia di Udine, l'81% delle
imprese è orientato al mantenimento dei risultati positivi del
1/o trimestre 2022, il 17% prevede un aumento e solo il 2%
prevede un calo del fatturato. Lo rende noto l'Ufficio Studi di
Confindustria Udine basando l' indagine su dati Istat per
l'Italia, e che confermano quanto rilevato a giugno '22 a
livello nazionale, ossia "un miglioramento del clima di fiducia
delle imprese, da 111 a 113,6, e un peggioramento di quello dei
consumatori, da 102,7 a 98,3". "Se questo sentiment sarà
confermato dai fatti - evidenzia Confidustria Udine - il Pil
italiano sarà, come previsto, del 3% circa".
Secondo l'associazione degli industriali friulani, "il
rilancio dei servizi e turismo post pandemico contribuirà
sostanzialmente all'aumento del Pil nel 2/o e 3/o trimestre;
mantenere questo trend nel 4/o trimestre sarà sfidante,
soprattutto per l'aumento dei costi energetici e delle materie
prime, che ha innescato una spirale inflazionistica importante".
Se fino ad oggi, "il mercato ha assorbito questi aumenti senza
ridurre, in media, la quantità della domanda, e dunque ha fatto
segnare "l'aumento dei fatturati e degli utili di molte
imprese", entro fine anno "i prezzi non scenderanno ai livelli
del 2021" e dunque "il macro ciclo economico entrerà nella fase
down, che resterà tale per almeno un paio di anni". Uno scenario
da cui è esclusa la Cina, "che prevede crescita costante e
inflazione controllata".
Gli industriali friulani si augurano che "grazie alla
proattività di imprese e servizi, si riuscirà a gestire al
meglio la prossima fase down del ciclo economico" e auspicano
"una velocizzazione della amministrazione pubblica, la gestione
dell' immigrazione tesa a coprire le attività lasciate libere,
un orientamento scolastico efficiente, la valorizzazione del
merito e un sempre maggior supporto alla natalità".
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