(di Alice Fumis)
(ANSA) - TRIESTE, 23 MAR - Torna in utile Fincantieri nel
2021. Dopo le perdite registrate nel 2020 con -245 milioni, oggi
la società è in positivo con 22 milioni. Segno più anche per
ricavi e proventi che sono pari a 6.662 milioni, in crescita del
28,3% rispetto ai 5.191 milioni nel 2020, con il settore
Shipbuilding che cresce del 27,1%. In salita anche l'Ebitda,
+57,4% sul 2020, pari a 495 milioni (314 milioni nel 2020);
l'Ebitda margin si attesta a 7,4% "superando le aspettative". Il
risultato netto adjusted è di 92 milioni (- 42 milioni nel
2020). La produzione è a livelli record con 16,4 mln di ore
lavorate. Il carico di lavoro è pari a 35,5 miliardi di euro; 19
le navi consegnate da 12 stabilimenti. Sono alcuni risultati del
bilancio consolidato e progetto di bilancio di esercizio 2021
approvati oggi dal cda di Fincantieri spa.
L'indebitamento finanziario netto è pari a 859 milioni (1.062
milioni nel 2020); gli investimenti sono di 358 mln (+15,9% in
un anno). La posizione finanziaria netta consolidata presenta un
saldo negativo (a debito) per 859 milioni (a debito per 1.062
milioni nel 2020). Nel 2021 il Gruppo ha registrato nuovi ordini
per 3.343 milioni rispetto a 4.526 milioni del 2020. Gli
organici sono passati da 20.150 a 20.774 unità. "I risultati
presentati oggi - afferma l'ad Giuseppe Bono - dimostrano la
capacità e la resilienza di Fincantieri nel rispondere ad una
crisi, quella legata alla pandemia, che ha colpito l'azienda e i
suoi clienti. La società ha saputo mantenere gli ordini e tutti
i suoi impegni, consegnando le navi nei tempi concordati".
Pesa oggi però la crisi internazionale. "La spinta
inflazionistica - aggiunge Bono - la scarsità delle materie
prime e il conflitto in corso rendono ancora più complesso e
incerto lo scenario attuale. Il momento particolarmente
difficile che stiamo attraversando richiede quindi la massima
coesione e determinazione". Per Fincantieri gli effetti
dell'esplosione del conflitto russo-ucraino "sono complessi e
ancora difficili da stimare" e "determinano nel breve-medio
termine un'elevata incertezza sugli scenari futuri, quali un
potenziale aumento dei prezzi delle materie prime e
dell'energia, la possibile discontinuità delle catene di
approvvigionamento e delle attività produttive. Lo scenario
geopolitico che si sta delineando "può portare, tuttavia, nel
medio termine, ad una potenziale ricaduta positiva su tutto il
settore della difesa".
Nel 2022, osserva la società, si prevedono ricavi in crescita
e un consolidamento della marginalità. Tali risultati potrebbero
consentire il ritorno a una sostenibile politica di
distribuzione dei dividendi a partire dal 2022, non prevista per
i dividendi 2021. (ANSA).