Serviranno 9mila firme - da raccogliere in tre mesi a partire da quando il collegio dei garanti del Comune di Bologna darà il via libera - per indire un referendum consultivo su Bologna Città. A fare da capofila per l'iniziativa contro la delibera della giunta Lepore per ridurre la velocità in città, che entrerà nel vivo da domani con tanto di sanzioni, è Fratelli d'Italia, affiancata da Forza Italia, Lega, dalla lista Bologna Ci Piace e dal Gruppo Misto. Il comitato 'No Città 30', di cui deve essere ancora designato il presidente, però sarà civico, aperto "a tutta la città" e a i partiti e le associazioni che vorranno.
"Noi crediamo che Città 30 non risolva il problema degli incidenti stradali, forse risolverà il problema del Comune di Bologna con le multe, ma non salverà delle vite", dice il senatore FdI, Marco Lisei. "Crediamo che il referendum consultivo serva a questo - prosegue - e come partito di governo mettiamo a disposizione tutto ciò che abbiamo". Parole a cui fa eco il capogruppo in Comune di FdI, Stefano Cavedagna: "Questa iniziativa la doveva fare il sindaco mesi fa. Il centrodestra vuole andare in questa direzione e vuole aprirsi a tutta la città. Registriamo invece una reticenza della giunta in questa direzione".
La "voglia di partecipazione" dei bolognesi, per i rappresentanti dell'opposizione, è rappresentata dalla petizione contro la Città 30 pubblicata su Change.org da Guendalina Furini, studentessa 22enne di Castel San Pietro, nel bolognese, che in pochi giorni ha raccolto 30mila firme. "Sia il voto popolare a scegliere", dice di Matteo Di Benedetto, capogruppo della Lega a Palazzo d'Accursio. "Lepore ha detto che la maggioranza dei cittadini è d'accordo con lui, se ne è convinto sciolga i dubbi e li lasci scegliere con il voto referendario" anche "senza aspettare la raccolta firme. Sarebbe un segnale positivo - conclude - soprattutto in termini di democrazia".
Il capogruppo in Comune Forza Italia, Nicola Stanzani e il coordinatore cittadino Lanfranco Massari, infine, tengono a rappresentare le difficoltà dei tanti lavoratori "anche del trasporto pubblico", delle imprese e delle attività produttive, che a loro avviso verranno penalizzate dalla misura.
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