Un opificio dedito a capi
d'abbigliamento di marche di lusso contraffatte è stato scoperto
a Novellara, nella Bassa Reggiana. Il blitz è stato messo a
segno dalle fiamme gialle di finanza di Reggio Emilia che
assieme ai colleghi delle tenenze di Guastalla e Correggio, che
hanno posto sotto sequestro i locali - dove sono stati trovati
cinque lavoratori in nero, tutti di origine cinese - oltre a
10.000 prodotti (maglie, felpe e vestiti di ogni genere
riportanti brand falsi di note case di moda) i macchinari
tessili di produzione e un furgone col quale veniva trasportata
la merce.
Beni riconducibili al titolare di una ditta individuale,
anch'egli cinese, denunciato per contraffazione e sanzionato per
la manodopera irregolare oltre che per le precarie condizioni
igieniche e di sicurezza riscontrate nell'edificio. La
perquisizione è stata poi estesa nell'abitazione, sempre a
Novellara, dov'è domiciliato l'uomo, gravato da pesanti
precedenti penali (associazione a delinquere finalizzata al
riciclaggio, sfruttamento della prostituzione, sproporzione tra
dichiarazione dei redditi e ingenti disponibilità di contanti,
auto di lusso, oggetti di valore in casa come alcune casse di
vino pregiate del valore di 30.000 euro) e qui sono stati
trovati oltre 200.000 euro in contanti, nascosti in alcuni
sacchi tra le intercapedini della soffitta dell'appartamento.
L'inchiesta - coordinata dalla Procura di Reggio Emilia - è
scaturita dai controlli straordinari nella zona della stazione
storica di Reggio Emilia, disposti dal prefetto Iolanda Rolli e
dal questore Giuseppe Ferrari, svolti congiuntamente dagli
uomini di questura, guardia di finanza, carabinieri, polizia e
municipale che avevano controllato l'abitazione di un cittadino
cinese, denunciato per riciclaggio, abusiva attività
finanziaria, omessa dichiarazione dei redditi e abusiva attività
di prestazione di servizi di pagamento, dopo aver rinvenuto
qualche migliaio di euro in contanti. Le fiamme gialle sono così
risalite all'origine del flusso di denaro, scovando l'opificio.
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