La prima sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio l'assoluzione di Gino Renato, accusato del tentato omicidio del costruttore Vito Lombardo, avvenuto a Coviolo, nel Reggiano, il 23 novembre 2010, quando l'imprenditore di origine calabrese venne ferito a colpi di arma da fuoco, davanti a casa.
La Corte era chiamata a decidere sui ricorsi della Procura generale di Bologna (pg Valter Giovannini) e dell'avvocato Francesco Antonio Maisano (legale della famiglia Lombardo), contro la sentenza dell'Appello che aveva assolto l'imputato, a fine ottobre 2019, ribaltando la condanna a 12 anni in primo grado.
Subito dopo il suo ricovero in ospedale la vittima aveva indicato ai carabinieri il nome del suo aggressore, riconoscendolo anche in fotografia. Il Tribunale di Reggio Emilia aveva condannato l'imputato, ritenendo credibile il racconto del ferito. Ma la Corte di appello invece lo aveva assolto, sul presupposto che il riconoscimento potesse essere viziato da un deficit del ricordo. Nel corso del processo di appello Lombardo è morto, a seguito delle complicanze di una grave malattia.
In Cassazione il pg Gianluigi Pratola ha chiesto l'annullamento della sentenza, come anche l'avvocato Maisano che ha definito la pronuncia di appello "affetta da gravissimi vizi di travisamento delle prove e illogicità manifesta di tutto l'impianto motivazionale". Il penalista bolognese ha concluso la sua arringa con un ricordo di Lombardo "i cui ultimi anni di vita sono stati spesi per ottenere giustizia. La difesa dell'imputato è stata sostenuta dall'avvocato Luigi Colacino, che ha chiesto la conferma dell'assoluzione. Nel pomeriggio la sentenza della Cassazione, attesa anche dai familiari della vittima, presenti in aula: il processo di appello si rifarà.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA