"Una situazione che, proprio nel
rispetto degli impegni della sua direttiva, dovrebbe richiedere
il massimo dell'impegno e della consapevolezza e che si va via
via trasformando in una resa che però trova un inaccettabile
alibi nel considerare sbagliata e velleitaria proprio la
direttiva stessa da lei promulgata. Tutto questo mi sento di
denunciare portando a sua conoscenza per chiedere un impegno
nello spirito che aveva animato la sua iniziativa". Si chiude
così una lettera aperta di Daria Bonfietti, Presidente
Associazione parenti vittime strage di Ustica, a Matteo Renzi in
qualità di ex Presidente del consiglio dei Ministri.
"Come Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di
Ustica - sottolinea Bonfietti - abbiamo salutato la sua
direttiva dell'aprile 14 sulla desecretazione come un positivo
progetto di trasparenza, di corretto rapporto tra cittadini e
Istituzioni e come significativo contributo alla ricostruzione
storica: abbiamo cercato di impegnarci - pur tra indifferenza e
atteggiamenti burocratici di rifiuto e chiusura - visionando le
carte che via via venivano messe a disposizione e infatti
abbiamo da subito cominciato a denunciare una insufficienza del
materiale reso disponibile ); per Ustica una 'cronica' mancanza
di documentazione coeva ai fatti: abbiamo continuato il nostro
impegno trovando 'ascolto' nel sottosegretario Claudio De
Vincenti ma oggi ci sentiamo di denunciare e richiamare la sua
attenzione, proprio come capo del Governo che aveva aperto il
processo, sugli esiti fallimentari che si stanno prospettando"
"Intanto riteniamo gravissimo che il Governo attuale -
aggiunge Bonfietti - non abbia nominato un sottosegretario di
riferimento indebolendo nei fatti la tensione dell'Esecutivo
quando sempre più clamorose emergono le difficoltà: da un lato
per la inconsistenza del materiale messo a disposizione, segnale
evidente di una mancanza di indirizzo politico nelle varie
Amministrazioni - segnaliamo ad esempio la assoluta mancanza di
documentazione del Ministero dei Trasporti (un Ministero che
quindi totalmente non ottempera alla direttiva) la assoluta
mancanza di documentazione per l'arco di sei anni 80-86 della
Marina, a scendere fino alla mancanza di documentazione della
Prefettura di Bologna. Una situazione alla quale fa poi da
corollario l'emergere di una situazione disastrosa e forme di
archiviazione inaccettabile delle varie amministrazioni".
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