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In mostra uomini e donne, eroi dell'arte liberata

In mostra uomini e donne, eroi dell'arte liberata

Oltre 100 capolavori 'salvati' alle Scuderie del Quirinale

ROMA, 18 dicembre 2022, 09:08

di Elisabetta Stefanelli

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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 Arte protetta e nascosta, trafugata e poi liberata da uomini e donne che viaggiando a fari spenti nella notte hanno dedicato la loro vita a questa missione.

Storie documentate spesso da diari che per la prima volta arrivano all'attenzione del grande pubblico con una bella mostra dai tanti piani di lettura dal 16 dicembre al 10 aprile alle Scuderie del Quirinale. 'Arte Liberata. 1937-1947. Capolavori salvati dalla guerra' si apre con la grazia splendente del Discobolo Lancellotti che Hitler volle a Monaco, acquistandolo per cinque milioni di lire nonostante il veto della soprintendenza italiana che cedette alle sue richieste. E si chiude con la Danae di Tiziano Vecellio che Goering volle sul suo letto in un palazzo che poi distrusse e rocambolescamente si salvò. Mentre non si salvò la biblioteca degli ebrei che, a causa delle leggi razziali, fu oggetto di razzia tedesca nel 1943, perchè non trovò la protezione dello Stato italiano che ebbero invece le altre opere.

Tutto inizia nel 1939, quando l'allora ministro dell'Educazione Giuseppe Bottai realizzò il piano di messa in sicurezza del patrimonio culturale, stilando tre liste: quella dei capolavori, quella delle opere di serie b e quelle da lasciare indietro non potendo portare in salvo tutto. Il dilemma, come spiegano bene i curatori della mostra Luigi Gallo e Raffaella Morselli, fu proprio quello di scegliere cosa doveva essere salvato e cosa doveva rimanere indietro, in un complesso intreccio anche di rapporti tra i soprintendenti italiani e il Vaticano, e l'individuazione e la messa in sicurezza dei beni culturali nel Lazio, in Toscana, a Napoli, in Emilia e nel Nord Italia.

In mezzo a questo dramma di follia tante storie ricostruite attraverso documenti d'epoca, foto, strepitosi filmati dell'Istituto Luce, tra cui nomi celebri e meno celebri: da Giulio Carlo Argan a Palma Bucarelli, da Emilio Lavagnino a Vincenzo Moschini, da Fernanda Wittgens a Noemi Gabrielli, e ancora Aldo de Rinaldis, Bruno Molajoli, Francesco Arcangeli, Jole Bovio. Tra le figure-chiave di questa sezione c'è Pasquale Rotondi, il giovane soprintendente delle Marche che fu incaricato di approntare un deposito nazionale e mise in salvo nei depositi di Sassocorvaro e Carpegna capolavori provenienti da Venezia, Milano, Urbino e Roma, per un totale di circa diecimila opere sotto la sua custodia. Così come quella tra luci e ombre di Rodolfo Siviero, agente segreto e futuro ministro plenipotenziario incaricato delle restituzioni. Sono loro che si presero a cuore opere qui esposte tra i monacali pannelli in legno dell'allestimento: da Santa Palazia di Giovan Francesco Barbieri detto il Guercino ai celebri ritratti di Alessandro Manzoni di Francesco Hayez e di Enrico VIII di Hans Holbein il Giovane, fino ai numerosi capolavori custoditi nella Galleria Nazionale delle Marche di Urbino, come Crocefissione di Luca Signorelli, l'Immacolata Concezione di Federico Barocci e la Madonna di Senigallia di Piero della Francesca. Un racconto che appare in questi giorni drammaticamente attuale.
    "Il racconto della tutela in tempo di guerra resta un monito sui rischi che corre il patrimonio artistico, messo in salvo dagli interpreti di una vera e propria epopea: le loro gesta eroiche costituiscono un esempio di patriottismo e di senso del dovere, testimoniando l'efficacia dell'azione di un'intera generazione di funzionari dello Stato che mise in salvo l'immenso patrimonio culturale italiano, offrendolo alle generazioni successive", dice Mario De Simoni, presidente delle Scuderie del Quirinale. "Una mostra che è un esempio di collaborazioni istituzionali - aggiunge De Simoni - con la partecipazione della Direzione Generale Musei del Mic, della Galleria Nazionale delle Marche, dell'Archivio Luce - Cinecittà, dell'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione, e di collaborazione con partner che hanno sostenuto il progetto: Ferrovie dello Stato Italiane, American Express, Unilever-Magnum, Banca Passadore & C., Fondazione Passadore 1888, che ringrazio per esserci stati a fianco in questa occasione". 

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